I 10 diritti emotivi delle mamme

Le mamme di oggi hanno dei diritti che garantiscono la possibilità di usufruire di diverse agevolazioni prima e dopo il parto. Dal congedo di maternità alla tutela come lavoratrice: lo stato regolamenta i diritti delle mamme per offrire loro sostegno nella nuova vita in famiglia.

Se per le donne questi diritti sono importanti, spesso ci dimentichiamo che oltre alla tutela giuridica esistono i diritti emotivi delle mamme, quelli di cui ha bisogno la mamma per vivere il suo cammino senza angosce né disagi ma con armonia e serenità.  

I diritti emotivi, così come ci piace chiamarli, aiutano a sentirsi meglio nei momenti di sconforto, a combattere con la stanchezza, il senso di colpa e la disperata sensazione di essere sempre in ritardo e non farcela a fare tutto.

I diritti emotivi rappresentano la libertà della mamma di esprimersi, di non vergognarsi delle sue emozioni. Raccontano i momenti del post parto, che possono portare a veri e propri disagi psicologici come la depressione, ma anche le sensazioni delle madri durante le varie fasi di crescita del bambino.

I 10 diritti emotivi delle mamme secondo Mamme.it

Senza nessuna presunzione, ci prendiamo la libertà di elencare 10 diritti emotivi delle mamme per sentirci tutte donne più unite e sollevate nell’esprimere le nostre emozioni con serenità.

1. Sentirsi stanche anche dopo aver dormito per 6 ore di fila

Notti insonni, pianti inconsolabili, poppate infinite. Se c’è una cosa che alle mamme manca, quello è il sonno. Per tante di noi, soprattutto nei primi tempi, dormire 3 ore di fila è considerato un miraggio inarrivabile, ed è normale la mattina essere stravolte.

Ma è normale essere stravolte anche quando la notte siamo riuscite a dormire! La mancanza di sonno non è l’unica giustificazione al senso di stanchezza e di oppressione delle neomamme, non dobbiamo quindi andare a cercare l’ennesima ragione per alimentare il nostro innato senso di colpa nel caso ci sia capitata la fortuna di una bella dormita.

2. Provare sconforto con un allattamento al seno prolungato

Allattare è bellissimo, un grande regalo che possiamo fare al nostro bimbo e una sensazione indescrivibile per la mamma… Tutto vero, ma non è solo questo. Allattare vuol dire anche ragadi, mastiti, posizioni scomode, richieste insistenti e pressanti, tanto da far vivere questo momento anche come fastidio.

Che duri una settimana un mese, un anno o anche di più, è assolutamente normale provare sconforto o insofferenza nei confronti dell’allattamento, come è assolutamente normale desiderare di smettere e magari contare i mesi che ci separano dall’agognato abbandono della tetta. Può trattarsi di un semplice momento di sconforto o di una riflessione ben ponderata, in ogni caso si tratta di una decisione che coinvolge esclusivamente la diade madre e figlio.

3. Non aver voglia di giocare alle 23:00 di sera

Dopo una giornata passata a lavoro, a correre dietro ai figli o a badare alla casa, dopo aver cenato e rassettato la cucina, l’unica cosa che una donna avrebbe voglia di fare è collassare sul divano. E invece no, bisogna dar vita a quel tempo di qualità tanto decantato che permette ai figli di crescere bene.

Se il pargolo non ne vuole sapere di dormire e reclama la mamma per una gara di macchinine o un thè con le bambole è assolutamente legittimo non poterne più: non aver voglia di giocare con loro non fa di te una cattiva mamma.

4. Desiderare un po’ di tempo libero tutto per se stessa

C’è chi non vorrebbe separarsi mai dal proprio bimbo e se potesse lo seguirebbe anche all’asilo, c’è chi invece sogna ad occhi aperti la sua “libera uscita”, o anche solo una seduta in bagno senza compagnia.

Siamo tutte diverse, nessuna delle due sbaglia, eppure quando provi anche solo timidamente a pensarti ‘al singolare’, subito spunta qualche mamma che commenta il tuo sacrosanto desiderio di evasione con un laconico “Io non potrei mai”. È ora di finirla.

5. Piangere per sfogarsi senza che si pensi che ci sia una depressione in corso

Baby Blues e depressione post partum sono problemi seri che vanno riconosciuti e affrontati, ma non dobbiamo scordarci che la tristezza è un’emozione che va accolta e accettata e che il pianto ha uno straordinario potere terapeutico.

Insegniamo ai nostri bimbi l’importanza di riconoscere e non reprimere le emozioni, eppure a volte siamo le prime a dimenticarci di questo insegnamento. Piangere e sfogarsi è giusto e importante, così come è importante chiedere aiuto e parlare apertamente se qualcosa non va.

6. Sognare più aiuto di quello che si ha

Magari abbiamo un marito presente e i nonni che fanno a gara per badare ai nipotini. Sappiamo di essere fortunate e che ci sono tante famiglie che devono fare i conti con turni di lavoro massacranti, nonni lontani e baby sitter irreperibili, eppure anche noi abbiamo il diritto di sognare.

Non dobbiamo sentici in colpa se ci piacerebbe smettere una volta per tutte di affrontare i cambi di stagione, le pulizie di primavera, o il menu settimanale: sognare, per fortuna, è ancora gratis.

7. Non essere paragonata ad altre mamme

Il confronto è la piaga della nostra società. Se da una parte è giusto guardare alle altre mamme per avere esempi e modelli di aspirazione da chi “ci è passata prima di noi”, dall’altro questo rischia di alimentare un pericoloso senso di inadeguatezza.

Sempre più spesso i social mostrano mamme dalla vita perfetta, case in ordine e bambini educatissimi, un modello di (falsa) perfezione che le mamme finiscono per ostentare anche fuori dai cancelli della scuola, raccontando delle prodezze del pargolo.

8. Lasciare il bambino all’asilo nido per avere un po’ di tempo libero

La scelta se far frequentare o meno il nido al proprio figlio è assolutamente personale: i fattori che scendono in campo nella decisioni sono tantissimi e non si riducono semplicemente all’attività lavorativa della mamma.

Anche se la mamma è casalinga o se i nonni sarebbero ben felici di badare al nipotino, ogni donna ha il sacrosanto diritto di scegliere cosa e meglio per lei e per suo figlio, senza per questo essere giudicata.

9. Decidere chi volere accanto, parenti e amici, durante il primo mese post parto

Il puerperio è un momento delicatissimo per ogni donna, e ciascuna di noi lo affronta in maniera diversa. C’è chi non chiede altro che di essere lasciata in pace con il suo bambino, chi vorrebbe invece avere vicino solo il compagno, chi si sente perduta senza il supporto della mamma o della migliore amica.

D’altro canto, nelle prime settimane dopo la nascita del bambino parenti e amici fanno a gara per conoscere il nuovo arrivato e queste irruzioni non sono quasi mai gradite. È sacrosanto diritto di ogni neomamma decidere chi volere intorno, e questa decisione deve essere accettata senza giudizi.

10. Ritrovare la propria femminilità di donna

I cambiamenti del corpo durante gravidanza e nel post parto sono normali ed è importante accoglierli e accettarli con serenità. Questo però non significa che una neomamma non abbia il diritto di “sentirsi bella” e pensare anche alla sua femminilità.

Via libera allora agli appuntamenti dal parrucchiere, manicure e affini. Il “tempo per sé” è anche questo, e ogni coccola alla mamma si riflette immancabilmente in una coccola per il bambino, che troverà al suo fianco una mamma più serena. Con buona pace dei sensi di colpa!

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