9 cose (cattive) che i nostri figli pensano a Natale

A Natale sono tutti più buoni. Tutti si vogliono bene. Ci finiamo uno stipendio per comprare regali e per dimostrare al resto del mondo quanto lo amiamo, passiamo ore e ore a cucinare per parenti che se tutto va bene rivedremo l’anno prossimo. A Natale. Che stress.

Ma quelli più stressati sono senza dubbio i nostri figli. Loro, poracci, non sono mai padroni di se stessi. C’è sempre qualcuno che intima: dai un bacio alla nonna, dai un abbraccio alla zia, saluta il tuo cuginetto. E nessuno pensa che magari la nonna ha messo il profumo che sa di armadio, la zia ha su il cappotto che pizzica e il cuginetto è antipatico e sta sulle palle.

Perché gli adulti possono essere troppo stanchi per giocare con i piccoli, e i piccoli non possono essere mai troppo scazzati per dimostrarsi affettuosi e gentili con i grandi?

Ecco allora 9 cose (cattive) che i nostri figli vorrebbero dire a tutti a Natale:

  1. Non sono un juke boxe, che se metti un regalo ricevi un bacio o un abbraccio: al massimo un educato grazie.
  2. Se non vieni mai a trovarmi, se non giochi con me, se non mi ascolti quando parlo, e poi per fare lo splendido vuoi far vedere agli altri quando siamo amici, non offenderti se mostro che m’arimbarzi.
  3. Prima di baciarmi, fai mente locale se porti un pessimo profumo, se hai appena fumato o sei ti sei mangiata sei crostini all’aglio: così ti risparmi una figuraccia.
  4. No, non ce l’ho una fidanzata. Ne ho due: se serve ti presento un’amica.
  5. Se voglio la mamma, non sono mammone: sono piccolo. E magari sono stanco. E se provi a prendermi in giro, ti rifilo anche una testata.
  6. Se mi porti un regalo, fallo col cuore, anche fosse una cosa piccola. Se mi regali un oggetto che fa cagare, preso ai fallimenti, che facevi più bella figura se mi portavi l’album da un euro da colorare, non stupirti se dopo un minuto lo uso per pareggiare il tavolino da disegno che ballava.
  7. Se, per ringraziarti del regalo che fa cagare, ma comunque utile per pareggiare il tavolino, ti do un disegno mio, non stare a disquisire se il pupazzo hai sei dita alle mani. Io non sono Picasso, ma non mi sembra che tu sia Vittorio Sgarbi.
  8. Se io e tuo figlio discutiamo per un gioco, non metterti in mezzo, dando sempre la ragione a lui. Perché appena ti giri lo gonfio: che a volte le colpe dei padri ricadono anche sui figli.
  9. E se infine fai tanto di dirmi che Babbo Natale/la Befana/ Gesù Bambino non ci sono, perché ormai sono grande, sappi che non esiterò un secondo a svuotarti il piatto nella borsa firmata. Che tanto a rigarti la macchina ci pensa mamma!

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