Allattamento in pubblico, è ancora tabù: ‘Gran tetada’ di protesta in Cile

Era in ristorante e stava per allattare il suo piccolo quando il titolare del ristorante “El Roto Inglés” si avvicina e intima alla donna di non scoprirsi il seno. Nasce un alterco, il ristoratore non vuole sentire nessuna ragione, nemmeno che il piccolo è affamato e ha necessità di poppare, perché, a detta del ristoratore, nel locale c’è gente che sta mangiando. Come se allattare il proprio piccolo non sia comunque la stessa cosa.

Gli adulti, paganti, hanno diritto di mangiare, un piccolino, invece, non ha nessun diritto, né lui né la madre. Questo accadeva il 7 marzo scorso. Ma le donne cilene sono un raro esempio di solidarietà femminile. Unite e compatte si alleano per protestare contro questo che sembra essere un abuso senza nessun fondamento logico.

Così, sabato 22 marzo, circa 300 donne si sono riunite in plaza de Armas tutte rigorosamente dotate di pupo a seguito che hanno allattato alla luce del sole, senza vergogna, ma con tanto orgoglio materno.

Alla manifestazione, nominata “Gran tetada por la libertad de amamantar en publico”, non erano presenti solo donne, ma anche tanti papà. Evento ripetuto anche a Santiago il giorno successivo.

Questo è solo uno dei tanti flash mob che si organizzano continuamente in tutto il mondo per diffondere la cultura dell’allattamento al seno, per troppo tempo relegata a un ruolo per gente di basso ceto o per poche fortunate che hanno il latte. In questo modo si cerca di sensibilizzare l’opinione pubblica in un momento decisivo per questa pratica tanto naturale quanto poco conosciuta.

Anche in Italia si organizzano spesso eventi di questo tipo, appuntamenti sotto il cielo che vedono tantissime donne lasciare a casa le rivalità tutte femminili e allattare, unite e serene, i loro bambini.

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