Allattare naturalmente, non sempre è facile

Quando si aspetta un bambino, soprattutto se è il primo, si vive con un po’ di ansia il momento dell’allattamento.

Spesso si ragiona in base a preconcetti che ci sono stati inculcati nel nucleo familiare e dalla società in cui viviamo.

Ecco che quando arriva il neonato iniziano i problemi, soprattutto se si è subito un cesareo non programmato.

Allattare al seno non è così semplice e naturale come dovrebbe essere. Il bambino deve potersi attaccare nel modo corretto, bisogna allattarlo a richiesta, mettendosi quindi a disposizione del nuovo arrivato e, spesso, per le neo-mamme è difficoltoso.

Se non si hanno gli aiuti giusti è facile gettare la spugna e cedere al biberon giustificandosi con la propria coscienza inanellando le scuse più scontate. “Non ho abbastanza latte”, “mangia troppo”, “non sta crescendo regolarmente”, “il pediatra mi ha consigliato di dare l’aggiunta”.

Tutte le donne, salvo rarissimi casi patologici, hanno il latte e sono in grado di allattare. La riuscita dell’allattamento al seno dipende dalla predisposizione mentale e dalla condizione fisica della mamma.

Dopo un parto cesareo occorre qualche giorno per riprendersi dall’intervento e riuscire ad allattare nel modo idoneo e la credenza popolare che sostiene che dopo un cesareo non arrivi la montata lattea o che il latte vada via non trova alcun riscontro scientifico. Piuttosto che rinunciare davanti alle prime difficoltà, rivolgiamoci a un’ostetrica o una consulente dell’allattamento che potrà insegnarci non solo il modo più corretto per allattare il nostro bambino, ma anche l’atteggiamento psicologico che favorirà la procedura.

Molte mamme sono convinte di non poter allattare il proprio piccolo perché hanno avuto modelli sbagliati, soprattutto se sono nate verso gli anni ‘70, momento in cui il latte artificiale è stato innalzato come simbolo di emancipazione femminile.

Allattare al seno è quanto di più femminile possa esistere, tutte abbiamo il diritto e il dovere di favorire questa pratica che, qualche volta può essere difficoltosa, ma una volta avviata nel modo corretto, suggella un rapporto unico e indescrivibile tra madre e figlio.

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