Bambini velcro: cercare la mamma non è un capriccio

Chi sono i bambini velcro, e cosa fanno? Un bellissimo post scritto da Ashlee Gadd, scrittrice e fotografa americana, lo spiega nei dettagli.

I bambini velcro

La donna racconta con enfasi e pacatezza la sua esperienza di maternità col secondo figlio.

Sì perché ogni maternità è a sé, ogni figlio ha un suo carattere e ogni diade madre e figlio ha una sua natura peculiare. Infatti, scrive Ashlee, se col primo figlio non ci sono stati sostanziali problemi quando si allontanava da lui o perfino da casa, col secondo figlio la musica è cambiata completamente, ed è così che si è resa conto che il suo secondogenito era un bambino velcro, un bambino ad alto, altissimo contatto e molto esigente in questo.

Ci sono bambini che possono quasi da subito essere posati sul divano, o dati in braccio a mamme, cognate e suocere e che non fanno una piega (pochi per dire la verità) e altri che come li posi nella culla urlano fino a diventare cianotici. Sono quei bambini che stanno incollati alla mamma mattina, sera e notte, che hanno bisogno non solo di una presenza costante, ma anche del contatto.

Dico bisogno perché bisogno è davvero un bisogno! Non confondiamo i capricci con il bisogno di stare con la mamma.

Bambini velcro: li stiamo viziando troppo?

Impegnativo, care mamme, lo è, e molto. Se si decide di assecondare un bambino velcro ci si deve attrezzare per poter svolgere i normali impegni quotidiani e perfino per fare pipì in bagno, come simpaticamente ha descritto Ashlee.

Ma non sentitevi in difetto o in colpa, non state commettendo nessun errore, non lo state viziando e quando sarà il momento vi lascerà tranquillamente per andare a scoprire il mondo, per farsi una ragazza, per uscire con gli amici, e voi, voi sarete felici, ma proverete una sensazione di malinconia che però malinconia non è.

Sentirete una mancanza, sentirete il rumore di quello strappo del bambino velcro che si separerà da voi, e ricorderete con tenerezza agrodolce i momenti in cui vi conficcava le piccole dita sul fianco aggrappandosi a ogni centimetro della vostra pelle, invadendo i vostri momenti di intimità in bagno, cercandovi con lo sguardo in ogni angolo come se non vi vedesse da anni e invece son trascorsi nemmeno cinque minuti.

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