I bimbi che vanno al nido sono davvero meno intelligenti?

Uno studio condotto dal dipartimento di Scienze Economiche dell’università di Bologna aveva stabilito che i bambini che vanno all’asilo nido sono meno intelligenti dei bambini che restano a casa.

Lo studio ha sollevato però molti dubbi tra gli esperti, che ritengono la ricerca piuttosto approssimativa. Giorgio Tamburlini, rappresentante del Centro per la Salute del Bambino Onlus, in una lettera ha espresso il suo pensiero.

I benefici dei bambini al nido

Tamburlini sostiene che la ricerca effettuata all’università bolognese, nel calcolo del quoziente intellettivo non tiene conto delle competenze sociali, che sono maggiori all’asilo nido che in un nucleo familiare. Inoltre i bambini che restano a casa, rispetto ai bimbi al nido, possono sviluppare maggiormente le capacità cognitive-intellettive solo se vivono in un ambiente familiare di un livello culturale medio-alto; questo dipende comunque dalla qualità e dalla quantità del tempo dedicato al bambino.

Nido e nuclei familiari non sono in contrasto

Il Centro per la Salute del Bambino Onlus conclude che esistono ottimi asili nido, capaci di garantire le stesse condizioni di sviluppo intellettivo e cognitivo dei nuclei familiari. L’associazione evidenzia il fatto che asili nido e nuclei familiari non sono due realtà in competizione tra loro, ma anzi devono collaborare a stretto gomito per il bene dei bambini. Il problema piuttosto è che non sempre le famiglie hanno possibilità di accedere ai servizi dell’asilo nido, quindi la scelta di tenere un bimbo in casa spesso è obbligata.

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34 commenti

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  1. Non lo neanche letto e non lo farò .perché la realtà mi a mesi davanti a bimbi non andati al asilo che nn sapevano neanche parlare bene ,nn sapevano socializare e stacarsi dalla mamma nei primi giorni (che per quelli che non andavano al asilo durava di piu)sembrava vero e proprio abandono. Concordo con Valentina Fanfoni,mia figlia li fa a gennaio i 6anni.il più picolo sta per compiere un anno ed il nido ancora non apre.anche se nn lavoro ancora lo voglio portare almeno 3 ore al giorno perché quello che trova li (tra giocchi,compagni e maestre che son la per loro esclusivamente )acasa ha a porzioni (mi devo dividere tra compiti e suonagli).

  2. Io sono contraria al nido, indipendente dalla ricerca citata. Ci sono ben altri studi più fondati che dimostrano quanto la vicinanza e il contatto con la persona d attaccamento sia fondamentale per i bambini piccoli. A parte gli studi. Io non ho messo al mondo mia figlia per lasciarla tutto il giorno con estranei e questo nella fase più tenera e delicata della vita!

  3. Vabbè c’è stato il periodo che c’erano tonnellate di articoli che “sponsorizzavano” l’asilo nido, studi e ricerche che ne parlavano bene….ora l’opposto…. ognuno fa quello che si sente o quello che può…io l’ho madata al nido e lo rifarei 1000000 volte!!!

  4. Io penso che ogni genitore cerchi di fare il meglio possibile per il proprio bambino e per la felicità della famiglia. Se c’è chi può scegliere di non lavorare per stare con il bambino (o diversamente non ha purtroppo lavoro e quindi può stare con il bambino), verrà vissuta una bellissima esperienza mamma-figlio e la mamma stimolerà il bambino. Se non si può stare a casa dal lavoro, il bambino andrà al nido e vivrà la bellissima esperienza di vivere con bimbi di pari età e di ricevere tutte le coccole alla sera. Io sono contraria a questo studio, qualsiasi sia il risultato. Siamo tutti diversi con diverse esigenze e diverse storie, quindi se decidiamo di diventare genitori, sappiamo già come dovremo gestire i primi anni di vita dei piccoli. Più intelligenti o meno intelligenti poi… la vita ci mette davanti continuamente a prove che fanno crescere. Se c’è qualcuno che arriva prima, meglio per lui, se c’è qualcuno che arriva dopo, va bene rispettare anche i suoi tempi.

  5. Non è questione di intelligenza ma di stimoli. Il nido ne da di più quindi è ovvio che potendo scegliere l’ideale è entrambe le cose ossia una mezza giornata al nido e la restante in famiglia. Chiaramente al nido andrebbero mandati ad un’età adeguata verso i 2 anni.

  6. La mia bambina al nido ha imparato davvero tante cose e fanno tantissime attività che a casa non penso saprei farle fare. Ed è una gioia vederla andare felice ad incontrare amici e maestre la mattina!

    • La più grande l ho portata a 8 messi perché dovevo rientrare al lavoro. Ma nn solo per le circostanze. Porterò anche il più piccolo, che ha un anno perché ritengo sia necesario ed insostituibile il nido.

  7. Quelli che vanno al nido sono più intelligenti; i figli delle mamme in carriera hanno un Q.I maggiore però i figli delle casalinghe sono più precoci! Per non parlare dei figli maschi che sono più o meno a qualsiasi cosa(a seconda dell’articolo) rispetto alle femmine …e chi cammina prima? O chi parla dopo? Questi articoli negli anni hanno solo aumentato il senso di inadeguatezza di ogni genitore!

  8. Che cavolata. Ogni bambino è a se. Che c’entra l’intelligenza sul non frequentare o frequentare il nido.
    Io educatrice vedo che il nido fa solo bene ai bambini, perche :
    -’li aiuta a gestire il distacco con genitori,
    -ad interiorizzare le prime regole di convivenza,
    – a stare con gli altri in un luogo diverso da quello familiare
    – sviluppano più facilmente alcune competenze come coordinazione oculo manuale; motricità fine; linguaggio; autonomia
    … etcc

  9. …quante cavolate!!! Mia figlia ha iniziato il nido che aveva 8 mesi e ieri abbiamo avuto il primo colloquio alle elementari… le maestre hanno detto che è una bambina intelligente, attenta, curiosa, la sua conoscenza delle cose va oltre a quello che dovrebbe essere per la sua età (i 6 anni li compirà a metà dicembre)… diciamo che questi articoli, a mio parere, sono fatti per far sentire le mamme che ,come me, escono di casa la mattina alle 7.45 e non rientrano prima 19.45/20.00 delle cacchine…