Bronchiolite: cos’è e come affrontarla

Quella che nei bambini fino a 2 anni può sembrare un semplice raffreddore o un influenza, può rivelarsi invece una più pericolosa bronchiolite. Ma cos’è e come si manifesta?

Si tratta di un’infezione virale e acuta che colpisce le piccole vie respiratorie: può essere contratta fino ai due anni, ma fino a 6 mesi ci sono i rischi maggiori. A causare la bronchiolite è il virus respiratorio sinciziale: il contagio avviene dopo essere stati a contatto con altri malati e la fase di incubazione dura circa 6-10 giorni.

I sintomi sono subdoli e possono ingannare, confondendosi con altro: in genere si parte con febbre bassa e raffreddore. Può arrivare la tosse e cosa più grave, difficoltà respiratorie. Aumenta la frequenza del respiro e ci sono rientramenti intercostali: fate attenzione perché questi sono i veri campanelli d’allarme.

Infatti la bronchiolite, che il più delle volte si rivolve in maniera semplice e senza conseguenze, può richiedere un ricovero e una degenza di più giorni. Se infatti, anche nel momento in cui si abbassa la febbre con un antipiretico, il respiro rimane rapido e superficiale, non esitate a portare il bambino di corsa dal pediatra o al più vicino pronto soccorso pediatrico. I numeri a cui dovete fare riferimento sono: più di 60 respiri al minuto nel neonato fino a due mesi, più di 50 respiri al minuto fino a 12 mesi, più di 40 respiri al minuto oltre l’anno.

Il rischio sono la disidratazione e la carenza di ossigeno, che può portare al rischio di apnea.

Una volta fatta la diagnosi, è necessario un trattamento di supporto, nei casi più importanti, per garantire la giusta ossigenazione e idratazione.

Ovviamente come già detto, non appena notate qualcosa di diverso dai soliti sintomi del raffreddore, non esitate a chiamare il pediatra: sarà poi lui a consigliarvi alla perfezione come fare fronte alla bronchiolite.

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