Censurata foto del papà che abbraccia figlio malato sotto la doccia

C’è una foto che in questi giorni ha diviso l’opinione pubblica. Si tratta di una vecchia immagine datata 2014, ma che le persone continuano a condividere.

Una foto che lascia senza parole

In poche parole una mamma, la fotografa Heather, ha ritratto il marito che teneva stretto sotto la doccia il figlio malato. Il bimbo aveva una brutta salmonella e l’unico modo per scaldarlo era una doccia calda, e il papà senza pensarci è entrato lì dentro con il piccolo.

La donna, quando ha visto questa scena, senza pensarci ha scattato la foto diventata virale.

Facebook però non ha gradito e l’ha censurata più volte. Senza dubbio è una foto molto forte e come dice l’autrice, trasmette un senso di protezione.

Ma è giusto condividere tutto?

Vorremmo però aggiungere una riflessione. È giusto per Fox, il bimbo della foto, condividere con tutti un momento così difficile e intimo?

Non solo. Noi vediamo solo un papà che abbraccia un bimbo: ma la gente delinquente e malata (e ce n’è tanta) che popola il web che uso può farne?

Insomma ritorniamo al solito interrogativo: ma va condiviso proprio tutto?

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53 commenti

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  1. Sì sta molto male in queste situazioni qui.che degrado purtroppo c’è … si sta parlando di una interiore sofferenza dove secondo me il padre lo manifesta davanti a tante persone forse x essere compreso e aiutato?? Può essere .o è solo debolezza.

  2. Sono ,contraria a foto ,su FB di bambini, in particolare bambini malati,, cosa molto intima privata e un po di sensibilità di rispetto per la sofferenza ,anche se di un bambino!!non è che mettendo su questi social, si da sollievo… Siate più discreti e attenti Genitori un po esibizionisti anche del dolore! Conservate nel vostro cuore le sofferenze di un bambino…..( a parte le pericolosità… ).( Mio pensiero)

  3. Non c’è nulla di sbagliato nel fare la doccia insieme nudi o fare foto… ma nel pubblicarle su facebook non vedo ne il senso ne il motivo. .Quello non lo condivido!

  4. Posso capire la censura: sicuramente è una foto fatta in buona fede, ma è “pericolosa”. Può essere fraintesa, usata per scopi diversi da chi voleva mostrare un momento di intimità molto dolce col proprio bimbo

  5. Secondo me non è importante che fb l abbia censurata…il problema è sul perche sia stata condivisa….io sono gelosa dei miei momenti dolci e intimi con il mio piccolo, figuriamoci se sia malato…io avrei custodito gelosamente questo scatto!

  6. Per me é proprio sbagliato il concetto di base … la foto x me non ha niente di scandaloso o da censurare … ( sono ben altre le foto con cui farlo ) ma se mio figlio sta male non sento il bisogno di condividerlo con il mondo .. la trovo una cosa troppo intima e personale

  7. Si tratta di una foto artistica….l unica cosa che penso in questo momento è :-cosa siamo disposti a fare per fare carriera???e poi non si vede niente . ….tra l altro ce ne sono tantissime in rete di foto di bambini.

  8. Fb è strano. Non censura post offensivi e che incitano all’odio e alla violenza (ne ho letti di pagine che incitano alla violenza contro le donne incinta e quelle obese) ma censura uno scatto di un padre con il proprio figlio. Bah.

  9. Purtroppo non e’ la foto che e’ stata censurata ma bensi’ il fatto che purtroppo vivendo in un mondo di maledetti pedofili, la foto viene interpretata sotto quel punto di vista,credo che un papa’ per dimostrare il suo affetto al proprio figlio non doveva fare una foto del genere di questi tempi,l’amore purtroppo a volte viene scambiato per un’atto impuro da premettere a me fa piacere vedere quedta foto perche’ io come tante altre persone la interpretiamo con il cuore.

  10. La foto di x se nn ha nulla di sbagliato anzi ma io nn condivido mettere su fb o internet in generale i bambini nn ne vedo la necessità viviamo in un mondo di merda almeno quando possiamo vanno tutelati da pedofili malati di mente

  11. Non vedo il senso di condividere. Se mio figlio sta male, fare foto o stare su Facebook è l’ultimo dei miei pensieri. Per favore ricominciamo a vivere la vita in prima persona anziché pensare a pubblicare foto per avere il consenso o l’apprezzamento degli altri.