Come è andata a scuola? Una domanda da non fare…

Come è andata a scuola? È la prima cosa che noi genitori chiediamo ai figli appena arrivano a casa. Secondo una psicologa statunitense, Lisa Damour, è la domanda più sbagliata da fare.

Come è andata a scuola? Una domanda inutile…

Quante volte, dopo la fatidica frase, ci siamo sentite rispondere uno svogliato “bene”,non me lo ricordo“,”tutto ok“, senza ulteriori approfondimenti?

Questo perché, almeno secondo l’esperta d’oltreoceano, chiedere come è andata a scuola genererebbe ansia nei ragazzi. La dottoressa Damour sostiene che chiedendo come è andata la giornata, generiamo nei nostri ragazzi un ulteriore stress rispetto a quello che già subiscono nell’ambiente scolastico, dove devono rimanere a contatto per tante ore con diversi bambini, anche quelli che magari non suscitano le loro simpatie. La situazione inoltre peggiorerebbe durante la fase dell’adolescenza

Il paragone che ci viene presentato per spiegare la situazione, è fatto con una nostra giornata lavorativa. Cosa succederebbe se ogni sera, al ritorno a casa, dovessimo raccontare ogni più piccolo dettaglio della nostra giornataProbabilmente già alla terza sera chiederemmo di essere lasciate in pace.

Allora devo rinunciare?

Assolutamente no! Una mamma non deve smettere di interessarsi alla vita del figlio. Se vediamo che l’approccio indicato sopra è controproducente, dobbiamo semplicemente provare a cambiare tattica.

La prima cosa da fare, anche se magari stiamo friggendo per l’ansia di chiedere a nostro figlio “come è andata a scuola?”, è aspettare: può darsi che dopo un buon pranzo e una mezz’oretta di relax, il nostro bambino sia più propenso ad aprirsi e raccontarci la sua esperienza.

La seconda cosa da fare è provare a cambiare approccio: evitiamo la domanda diretta, e proviamo a formularne una diversa, prendendo il discorso alla lontana. Proviamo magari a raccontare un aneddoto della nostra giornata e, partendo da quello, colleghiamoci alla sua giornata scolastica. Oppure proviamo a concentrarci su un singolo aspetto, ad esempio chiedendo qual è la cosa che è piaciuta di più al nostro bimbo di quella giornata, se ha giocato con gli amici, se c’era il suo compagno preferito …

L’ultima ( e forse più importante) cosa da fare, è seguire il nostro istinto di mamme! Chi, meglio della mamma, conosce il modo migliore per comunicare con il suo bambino?

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