Da un’invenzione italiana nasce la macchina per la dialisi dei neonati

Fegato che non funziona a dovere ed ecco profilarsi la necessità della dialisiun trattamento che condiziona la vita di chi soffre di gravi insufficienze renali.

E se già per un adulto affrontare la terapia non è semplice, quando il paziente è un bambino, o addirittura un neonato, la situazione è ancor più complicata.

Fino a oggi per i piccoli appena nati che necessitano di dialisi sono state usate le stesse macchine adoperate per gli adulti, il che comporta una serie di problematiche, perché il corpo di un neonato è molto diverso da quello di un adulto: la difficoltà di un prelievo preciso del fluido può infatti causare – a seconda dei casi – disidratazione o edemi, con il rischio di pericolosi sbalzi di pressione sempre dietro l’angolo.

Scienza e tecnologia hanno però fatto un enorme passo avanti e grazie a un team di ricercatori italiani è nata “CARPEDIEM”, la prima macchina per dialisi miniaturizzata e a misura di bambino.

La scoperta è stata resa nota sulla rivista “The Lancet” e si deve al lavoro dei ricercatori dell’ospedale San Bortolo di Vicenza, coordinati dal dottor Claudio Ronco.

CARPEDIEM (il nome sta per Cardio-Renal Pediatric Dialysis Emergency Machine) è un macchinario appositamente pensato per il trattamento di bambini molto piccoli, con un peso fra i 2 e i 10 chilogrammi e, di conseguenza, con una ridotta quantità di sangue.

La prova sul campo è già arrivata ed è stata delle migliori: nel 2013, infatti, questa macchina è stata impiegata con successo per la dialisi su un neonato che pesava appena 2,9 chili.

 

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