E poi ci sono quelle “regole non dette”

Ci sono i papà blogger, i padri che prendono il congedo parentale, gli uomini che si occupano dei figli come le loro compagne ma, diciamoci la verità, sono ancora una piccola minoranza. I figli, e tutto quello che gira loro intorno, sono ancora territorio delle mamme. Il mondo dei figli e un po’ anche il mondo delle mamme. Si potrebbe modificare il titolo della famosa canzone “It’s a man’s world.” in “It’s a mom’s word.” Fatto di mondi paralleli, parole e regole non dette.

Me ne rendo conto passando dalla mia piccola realtà a quella più grande, quella dei grandi numeri. La scorsa settimana c’erano alcune presentazioni di corsi invernali per bambini, dallo sport al teatro passando attraverso la giocoleria da strada. Impossibile essere presenti a tutte, così ce le siamo divise. La sera che sono andato io con mia figlia, siamo entrati in una palestra superaffollata e superchiassosa, si presentavano ben quattro corsi, nella quale sono riuscito a contare al massimo altri due papà. Non so se questo dipenda dal fatto che ho una figlia. Quando sento parlare chi ha un figlio e una figlia percepisco quasi una salomonica divisione: il papà si occupa del figlio e la mamma della figlia. Se ci fosse stata la presentazione di un corso di avviamento al calcio o la rugby avrei trovato molti padri? Non lo so.

La mia realtà non è quella.

Comunque, in questo mondo a prevalenza di mamme alcune volte mi sembra che si creino degli imbarazzi strani. Scopro che ci sono delle regole non dette alle quali non avevo mai pensato.

Se vai al parco e ci sono già alcuni amichetti dell’asilo, se vuoi, puoi stare ore a parlare con le mamme. Nel senso che le regole non scritte te lo permettono. Ma non puoi organizzarti prima per andare al parco insieme a un’amichetta di tua figlia se ci andrà con la sua mamma. Nel senso che le regole non scritte te lo permettono solo se è un papà, te lo vietano se è una mamma. Così la mia rubrica telefonica ha tanti “Babbo di…” e quella di mia moglie tante “Mamme di…”

Se c’è una evento interessante per mia figlia, lo propongo alle sue amichette solo attraverso i loro papà. Se quel pomeriggio ci sono loro, andiamo. Altrimenti rimandiamo o vado comunque io. Il dialogo a voce, o via messaggi, tra le mamme o tra i papà, compreso me, è simile al seguente: “Ho letto che c’è una lettura animata in biblioteca venerdì sera, ci portiamo le bimbe?” “Mi spiace, venerdì ho un impegno di lavoro, farò tardi. Ci sentiamo per qualcos’altro.” Poi magari ci vai e in biblioteca trovi proprio quell’amichetta con la sua mamma. Non infrangi nessuna regola non scritta perché non l’hai organizzato prima. E’ un incontro casuale. La regola ammette il caso… si potrebbe definire proprio una regola “del caso”…  Ovviamente si tratta di eventi dedicati principalmente ai bambini.

Voi mamme come vi comportate? E’ solo una mia percezione o succede veramente così?

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Un commento

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  1. Non ci ho mai fatto caso. Io non mi farei problemi di questo tipo, però avendo amichetti del figlio portAti in giro quasi sempre dalle madri, non mi è mai capitato. È capitato, però, che ho chiesto ad altre mamme se potevamo portare i bimbi /e a qualche evento e mi rispondessero di si, poi si presentasse la bimba/ o con il papà, perché la mamma era impegnata e non c’è stato alcun imbarazzo.