Fearless Girl, la ragazzina che sfida il toro di Wall Street

Nel cuore di Wall Street, proprio di fronte alla famosa statua del toro di bronzo, da qualche giorno c’è una nuova statua, chiamata Fearless Girl, che è stata oggetto delle disgustose “attenzioni” di un “giovane di successo”.

Fearless Girl: un simbolo profanato

La statua chiamata Fearless Girl è stata commissionata da un famoso gruppo di asset management, State Street Global Advisor, e vuole essere un inno al valore della diversità tra i due sessi, quello maschile e quello femminile. Testimone del valore che il lavoro femminile può portare ad un mondo maschile come quello della finanza di Wall Street.

Nei pochi giorni che sono trascorsi dalla sua installazione, però, questa ragazzina che affronta con coraggio il toro infuriato (simbolo della forza e della virilità maschile), ha travalicato quello che era il suo significato originale. È diventata simbolo di lotta e coraggio per donne e bambine che devono combattere per veder riconosciuti i propri diritti.

Finché un giovane rampante, che sotto giacca e cravatta nasconde un animo gretto e maschilista, con pochi gesti è riuscito a rovinare la magia di quella ragazzina coraggiosa. Come? Mimando l’atto sessuale nei confronti della statua, incitato dagli amici che lo accompagnavano.

In quel momento Alexis Kaloyanides stava passando: scioccata dalla scena, ha scattato una foto e l’ha messa in rete. In poco tempo, quell’immagine degradante ha raccolto più di 19.000 condivisioni e una marea di commenti indignati.

Difendere i diritti delle donne

A corredo dell’immagine c’è il commento di Alexis, che ha dichiarato: “[…] S*****i come lui sono il motivo per cui abbiamo ancora bisogno del femminismo”.

Una frase tristemente vera. Anche vivendo in una società progredita, migliaia sono gli stereotipi che giornalmente noi donne ci troviamo ad affrontare. Etichette che ci hanno appiccicato addosso gli uomini o, addirittura, che ci siamo appiccicate addosso noi. Scene come questa sono solo l’ennesima dimostrazione che, oggi più che mai, abbiamo bisogno di combattere per i nostri diritti.

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