Giappone: i turni per la gravidanza e il diritto alla maternità

In Giappone esistono in molte aziende dei veri e propri ‘turni per la gravidanza’. Si tratta di una regola non scritta per cui chi ha avuto un figlio deve aspettare prima di concepirne un altro, lasciando alle colleghe più giovani, magari appena sposate, la precedenza.

Una dipendente che si assenta per mesi dal posto di lavoro è considerato un peso difficile da gestire per molte aziende, che possono arrivare a spingere la donna a licenziarsi.

I turni per la gravidanza giapponesi

La maternità è un diritto, ma in Giappone esiste, in molte aziende, un calendario da rispettare se si vuole avere un figlio.

Non si tratta ovviamente di una regola scritta, quanto piuttosto di un uso molto diffuso in diverse aziende del Sol Levante. Tradizionalmente quando una donna lavoratrice in Giappone aspetta un figlio si licenzia e diventa casalinga.

Chi decide di rientrare al lavoro deve spesso fare i conti con commenti denigratori riguardo la sua prolungata assenza, come se la gravidanza non fosse un diritto ma un lusso.

La situazione è stata portata alla ribalta da una giovane donna giapponese, redarguita dai datori di lavoro per essere in attesa del secondo figlio. La donna, proteggendosi dietro un nickname, ha confessato online la sua situazione, molto comune nel suo Paese, .

La situazione delle donne in dolce attesa in Giappone

Dopo avere fatto un figlio e essere rientrati al lavoro in Giappone si è soliti lasciare la precedenza ad altre donne, più giovani o sposate da poco.

Gravidanze ravvicinate o non pianificate sono considerate un vero e proprio affronto alla produttività dell’azienda e vengono scoraggiate in ogni modo. Nonostante le leggi giapponesi tutelino la maternità, spesso questa è percepita come un problema dalle aziende e alle donne è spesso chiesto esplicitamente di scegliere fra la carriera e la famiglia.

Un’azienda non può licenziare una dipendente per essere rimasta incinta, ma può punirla in molti modi, ad esempio rifiutandole una promozione o la partecipazione a corsi di aggiornamento.

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