La commovente storia di Sada, rifugiata profuga in Kurdistan

Il commovente racconto di Rodolfo Casadei, un inviato del giornale Tempi, è straziante. La sua testimonianza ci fa conoscere Sada, una bambina di cinque anni che ha avuto bisogno di cure per la sua malattia.

Sada non ha nessuna colpa. Ha la sola sfortuna di vivere nel campo profughi di Erbil in Kurdistan. Insieme alla famiglia è una rifugiata di guerra e sfugge all’ira dell’Isis. Con Padre Jalal, l’inviato del giornale visita il campo profughi e viene a conoscenza della triste storia della bambina. Scopre dalla mamma che Sada ha le crisi epilettiche da quando ha un anno e mezzo.

La salvezza di Sada in una pastiglia e nella solidarietà dei medici 

Le medicine prescritte non hanno aiutato la piccola che continua ad avere le sue crisi ogni giorno. Inizialmente gli esami dicono che soltanto un’operazione al cervello per liberare una vena occlusa potrebbe aiutarla a superare le tante sofferenze patite nel suo breve cammino di vita.

Grazie al supporto di Focsiv, e nello specifico a Terry Dutto, alla bambina è stato somministrato il Keppra, la molecola del levetiracetam, solo dopo aver appurato che non sono presenti anomalie al cervello.

“Sada – spiega Dutto –  gioca con giocattoli che sceglie lei, con un comportamento tutto suo. Talvolta cerca il contatto con i fratelli o le persone che l’avvicinano, offrendo ogni cosa che riesce ad avere in mano, altre volte usa modi molto bruschi con i fratelli. Riesce a dire “mamma” e “papà” e pochi altri suoni che i familiari riescono a interpretare. Le condizioni di Sada attualmente sono considerate, dalla mamma e dai familiari, molto migliori di prima delle ultime fasi diagnostiche”.

In bocca al lupo piccola stella!

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