La nascita è più dolce con il Metodo Leboyer

La nascita dolce, o il parto dolce, conosciuto anche come “Metodo Leboyer” ideato dal ginecologo e ostetrico francese già conosciuto per il canto carnatico, rappresenta il parto e la nascita ideali per il benessere della neomamma e del bebè. Vediamo esattamente di cosa si tratta e cone metterla in atto. 

Il Metodo Leboyer

Provate ad immaginarvi una sala parto senza luci intense, rumori forti ed improvvisi ed un’atmosfera familiare e tranquilla che vi infonde serenità. Una sala parto con sole donne che si tramandano come in antichità, il “saper partorire”. Una sala parto che rispetta la tempistica e il benessere di mamma e bebè. Ecco, questo raccomandava Leboyer nel suo metodo.

Cosa significa nascere con il Metodo Leboyer

Nascere con il Metodo Leboyer significa nascere senza violenza e senza traumi. Secondo Leboyer il momento della gravidanza e del parto appartiene esclusivamente alla donna, motivo per cui imponeva l’assenza di uomini in sala parto, papà compresi. In sala parto le luci devono essere soffuse e si devono evitare rumori forti e improvvisi. La donna deve essere assecondata nelle posizioni che ritiene migliori per agevolare la nascita del piccolo.

Una volta che il bebè vede la luce, in un’ambiente ovattato simile a quello conosciuto fino a quel momento, deve subito essere poggiato sulla pancia della mamma in modo da continuare a sentirne il battito e il calore.

A meno che non ci siano necessità urgenti e reali, Leboyer ritarda bagnetto e visite mediche per permettere alla mamma e  al bebè di star insieme e conoscersi, ma soprattutto “riconoscersi” creando quel profondo legame lungo tutta una vita e  favorendo l’allattamento al seno, avviato precocemente.

Il taglio del cordone ombelicale, per il ginecologo francese, deve avvenire solo dopo che questo aveva smesso di pulsare per permettere al piccolo di ambientarsi secondo i suoi ritmi all’ambiente extrauterino.

Tutti questi fattori fanno in modo che  mamma e neonato compiano un percorso verso la nascita senza violenza e senza traumi, il modo più naturale per venire al mondo, escludendo manovre mediche non indispensabili e favorendo la vicinanza tra mamma e bebè.

Oggi mettere in atto la nascita dolce vista la grande medicalizzazione del parto non è facile,  tuttavia esistono strutture che supportano il parto dolce.

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12 commenti

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  1. Magari era così per tutte le donne…io mi sono trovata malissimo costretta sul lettino da parto dopo intera notte in piedi, mica dovevo stare comoda io….dopo 24 ore di sofferenza assurda (nonostante abbia insistito tante volte a chiedere un’ecografia mi è stata negata e io sono stata ridicolizzata e presa in giro), poi durante la fase espulsiva mi hanno fatto l’ecografia d`urgenza perché l’ ostetrica si è “accorta” che il mio figlio aveva le fontanelle al contrario….non è tanto il discorso della sala parto attrezzata o meno, ma del personale, che dovrebbe essere un po’ più empatico e visto che una donna porta suo figlio nel grembo per 9 mesi, a mio avviso quando ha dei brutti presentimenti dovrebbe essere presa sul serio…..si eviterebbe tanti “imprevisti” e manovre brusche che massacrano il corpo della donna….io mi porto dietro un trauma psicologico e fisico, ho subito Kristeller, l’episiotomia e la sutura senza anestesia, oltre gli insulti e minacce di usare la ventosa se non spingevo bene….ho il prolasso vaginale e il bacino spostato a causa della posizione occipite posteriore del bambino nelle ore precedenti il parto….spero che non ci sia dell’altro perché sono già abbastanza segnata da questa bruttissima esperienza…

    • Sentivo il bacino aprirsi o allargarsi….ho detto più volte che ho la sensazione che il bambino si fosse girato ma non volevano ascoltarmi, anzi mi dissero che non dovevo lamentarmi perché il tracciato era a posto e mio figlio stava bene (ma che c’entra una cosa con altra?!). La mia rabbia è che in tutte quelle ore si poteva ancora provare a rimediare e cercare di rigirare il bambino (3870 g), non è impossibile…e il peggio è che nella cartella clinica non c’è dichiarato niente tranne l’eco sul tracciato….nel caso ci fosse un altro problema di salute riconducibile al parto io non posso fare nemmeno una denuncia…e poi questi casi servono anche per le statistiche, in teoria i bambini che si girano e nascono a faccia in su sono circa 5/6%, ma visto che in tanti casi certe cose non le dichiarano (per pararsi il culo ovviamente) vuol dire che anche le statistiche non sono affidabili…

  2. Io mi sono trovata benissimo dove ho partorito, alla clinica universitaria del Sant’Anna. Sala moderna con mega lettino comodissimo. L’ostetrica che mi dava coraggio, mi spiegava come fare ma anche tanta umanità, e mio marito che è stato indispensabile per me

  3. Anche qui a Castelfranco è così. Ne ho partorito tre e sono stata benissimo. E pensare che ora x chissà quali motivi vogliono far diventare qs ospedale un polo universitario. Speriamo che la protesta in corso fermi qs cosa. Sarebbe un vero peccato.

  4. La mia piccola è nata 20gg fa e grazie all’esperienza dell’ostetrica che mi ha seguito all’ospedale Humanitas S. Pio X a Milano il mio parto è stato proprio cosí! Lo definirei intimo! Lei mi ha spiegato ogni possibilità, consigliata e condiviso con me ogni decisione. Eravamo in sala parto solo io, lei e il mio compagno…tutto lo staff (pediatra, nursery e ginecologo) sono comparsi all’ultimo (e quasi nn me ne sono resa conto). Ho un ricordo bellissimo del mio parto e delle ore successive….lo auguro a tutte!

  5. Non è un metodo…dovrebbe essere la regola come sancito dalla nostra Costituzione.
    Il parto rispettato deve tornare al centro degli interessi delle donne e degli ospedali.