Le mamme italiane sono le più tristi d’Europa

L’Italia ha registrato un altro record negativo: le mamme italiane infatti, sono risultate essere le più infelici della Comunità Europea. Questo dato è emerso da una ricerca finalizzata ad analizzare la felicità genitoriale nei vari Paesi membri.

Secondo un‘indagine intitolata “Subjective well-being and fertility” commissionata dal Consiglio europeo per la ricerca e coordinata da Letizia Mencarini, professoressa associata di Demografia al Dipartimento di Economia e Statistica, è emerso che le nostre mamme non spiccano per entusiasmo e sentimenti di gioia.

La ricerca, che ha durata quinquennale (è infatti iniziata nel 2013 ed è terminata nel 2018) ha cominciato a far emergere alcune indicazioni di massima, mettendo in relazione il benessere fisico e mentale degli uomini e delle donne europee con la decisione di mettere al mondo un figlio.

I papà sono sempre felici, le mamme un po’ meno

Se la felicità del genitore maschio risulta essere la medesima in tutti i Pesi membri, quella delle genitrici, invece, è piuttosto variegata: in Italia, ad esempio, alla scelta di diventare madri sono legate numerose perplessità e insicurezze e, pertanto, il livello di gioia e di serenità delle gestanti risulta essere nettamente inferiore rispetto a quello provato dalle “colleghe” europee.

Fonte: “A first glance into the black box of life satisfaction surrounding childbearing

Benessere delle mamme : i diversi fattori

Va rilevato, d’altra parte, che la mancanza di felicità per le mamme nostrane è relativa sia alla fase pre-parto che a quella post-parto. Questa condizione deriverebbe dal fatto che la politica nazionale non sarebbe in grado di sostenere e supportare a dovere le donne che nel nostro Paese sono diventate o stanno per diventare madri. Basti pensare che:

  • in Italia non esistono o quasi asili nidi sul posto di lavoro: queste iniziative sono lasciate alla buona volontà delle aziende private;
  • in molti casi dopo il parto la donna è costretta a rinunciare alla propria crescita professionale: nel 2019, 7 neomamme su 10 hanno dato le dimissioni dopo la nascita del figlio;
  • sussiste ancora una profonda differenza all’interno della coppia circa le responsabilità genitoriali.
  • senza contare il divario salariale tra uomini e donne, oltre ai comportamenti fortemente discriminatori nei confronti delle donne i età fertile (come i colloqui di lavoro con dimissioni firmate in bianco oppure domande sulle proprie intenzioni di mettere su famiglia

Il benessere delle mamme e il tasso di fecondità

Tutto questo, secondo lo studio, è da mettere in relazione con il calo delle nascite: uno degli assunti dello studio citato è proprio questo: il focus centrale del progetto, chiaramente suggerito dal titolo ‘Benessere soggettivo e fecondità’, riguarda l’idea che il benessere soggettivo (SWB) possa costituire il tassello mancante necessario a comprendere le discrepanze nei tassi di natalità osservati tra vari paesi europei.

La Francia nel 2022 si conferma al primo posto, con 1,79 figli per donna, mentre l’Italia è al terzultimo posto con 1,24 figli per donna, peggio di noi solo Albania (1,21) e Spagna (1,16).

In paesi come Francia, Norvegia e Finlandia, riconosciuti per l’eccellenza nella qualità della vita e nel sostegno alle famiglie, le riforme strutturali svolgono un ruolo cruciale. Tra queste, le politiche volte a bilanciare le responsabilità lavorative e familiari, l’offerta di congedi parentali più equi, la disponibilità di servizi di alta qualità per i bambini e la parità di retribuzione sono determinanti nel modificare le norme sociali.

Queste misure sono fondamentali per garantire che le donne possano ambire a una carriera senza dover rinunciare alla maternità. Sarebbe, dunque, necessario un cambiamento radicale affinché le nostre donne possano vivere la maternità con la giusta dose di serenità e di gioia.  

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17 commenti

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  1. Se le donne pensassero solo a soddisfare il marito, occuparsi della casa e crescere i propri figli invece di sprecare tempo ed energie per una carriera che le prosciuga fino alle ossa, sarebbero le persone più felici della terra

  2. Vero siamo sole ad occuparci di tt, anche economicamente è dura! È lo stato nn ti aiuta e avvolte nn puoi lavorare per accudire i figli,se nn hai nessuno che li guarda! È nn sei più libera ma questo nn vuol dire nn amare i figli o nn volerli!io ho rinunciato a tt per loro…

  3. Concordo perfettamente con l’articolo. Non sono ancora mamma, ma un giorno mi piacerebbe diverntarlo e ammetto di avere già molti dubbo e perplessità. È la mentalità che deve cambiare, partendo dal governo arrivando alle aziende. Se le aziende stesse capissero che una politica diversa in cui il dipendente (uomo e donna) viene messo in condizione di lavorare bene ed è felice ne guadagnerebbero in lavoro di qualitá, staremmo tutti bene. Per la donna per esempio l’asilo interno sicuramente aiuterebbe in organizzazione e umore.

  4. Forse xche siamo un po lasciate sole…? Forse xche ci si aspetta di noi che ci annulliamo x i ns figli…? Forse xche ci vergognamo a chiedere aiuto xche dobbiamo farci vedere perfette, xche è questo che la società si aspetta di noi? Mamme felici = bimbi felici = famiglia felice. E x avere una mamma felice, deve imparare a prendersi cura di se x prima e poi degli altri.

  5. Le mamme italiane sono tristi grazie a questi governo che non aiuta e non sostiene le madri italiane ma incdntiva la natalità straniera
    .basti pensare una volta diventate mamme tante sono costrette a rinunciare al proprio lavoro alla propria carriera perché per alcune persone un figlio é un errore..per me non è cosi vorrei iniziare una battaglia affinché anche le mamme italiane come quelle straniere possano essere aiutate ed incentivate al ritorno al lavoro..in quanto la donna non è inferiore all uomo ma parità di diritti e doveri

  6. La colpa dei papà….? Basta scegliere degli uomini seriamente con cui fare figli.
    La colpa è proprio delle istituzioni che non aiutano e della mentalità che pervade il mondo lavoro. Ecco cos’è

  7. Sec me in base alla mia esperienza,è più il mondo esterno,la vita che c’è fuori che condiziona un po (un po troppo)la scelta della madre,la donna vede privarsi della propria vita solo perché ha dei figli ,dove se ne fa carico in tutto …questo porta a trasferire un messaggio collettivo:non fate i figli perché ci sono delle rinuncie ,la mente percepisce questo non più come un dono ma come un vincolo .Io credo ,invece ,che se ci fossero condizioni dove la donna non si trovi a fare delle scelte drastiche o durature ,perché magari non può permettersi il nido,accetterebbe con più facilità la responsabilità di un bambino o più bambini