Le social street per socializzare online tra vicini di casa

Viviamo in un mondo sempre più frenetico. I ritmi sono inarrestabili, e molto spesso non si socializza più. Nemmeno tra vicini di casa. Quanti sanno il nome degli inquilini della porta accanto, o che lavoro fanno gli abitanti della propria via? Ci sono poi i social network, che, a volte, ci assorbono completamente e sembrano indispensabili come l’aria che respiriamo…

Ebbene, per non perdere il contatto con la realtà, anche in un mondo sempre più digitale, ecco che da Bologna arriva una soluzione: i social street. L’idea è stata lanciata 9 mesi fa da Federico Bastiani, giornalista freelance di 36 anni e nel giro di brevissimo tempo, si stanno diffondendo in tutto il mondo. Si tratta di gruppi su Facebook che riportano il nome di una via e di una città, a cui i residenti possono iscriversi. Nel settembre del 2013 Federico ha creato il primo gruppo: Residenti in Via Fondazza – Bologna, arrivato a 909 membri.Oggi se ne contano 260 in Italia e circa 20 nel mondo tra Nuova Zelanda, Croazia e Brasile e ogni giorno il fondatore riceve mail di interessati al suo progetto.

Qual è lo scopo? E quali sono i vantaggi? L’obiettivo dei social street è quello di far socializzare persone che vivono nello stesso quartiere, perfino nello stesso palazzo, creando un legame, per scambiare idee, necessità, proposte, consigli, aiuti ecc… beneficiando concretamente di una maggiore interazione sociale. E i vantaggi sono sotto gli occhi di tutti: nel giro di qualche mese, ben 12.000 vicini di casa non sono più estranei tra di loro!

A bene vedere questa è un’ottima soluzione anche per l’organizzazione pratica famigliare comune. Con la collaborazione reciproca, ad esempio, si possono gestire meglio le attività extra-scolastiche dei figli del vicinato, organizzando turni per portare più bimbi ai corsi di sport o di musica e riportarli a casa, o trovandosi tutti insieme, a rotazione, a casa di un vicino per fare i compiti. Si creano così, in una maniera nuova, amicizie salde e durature, che altrimenti non si sarebbero create.

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