L’UE getta le basi per una nuova economia, basata sul riciclo

Dare nuova vita agli oggetti è ormai un’abitudine di cui non possiamo più fare a meno: un pizzico di fantasia, un tocco da mani di fata e la vecchia gonna diviene un capo glamour, mentre il potenziale rifiuto si trasforma in un accessorio alla moda.

Ben presto quella che è una piccola, ma molto importante attività per ridurre il cumulo di rifiuti da smaltire potrebbe diventare un nuovo modo di produrre, a livello europeo: lo scorso luglio, la Commissione dell’Unione europea ha approvato delle misure a cui gli Stati membri dovranno adeguarsi. Fra queste, l’obiettivo di raggiungere l’obiettivo di riciclaggio del 70% dei rifiuti urbani e dell’80% dei rifiuti derivanti da packaging, entro il 2030.

Oltre che in se’, queste misure sono importanti perchè fanno trasparire la nuova direzione verso cui l’UE si sta muovendo, cioè l’approdo all’economia circolare e, quindi, il conseguente abbandono di quella lineare.
Semplificando, l’economia lineare è quella che noi tutti conosciamo: nel ciclo produttivo le materie prime sono estratte e vengono lavorate per ottenere prodotti che i consumatori utilizzano, divenendo al termine del loro ciclo vitale un rifiuto, da smaltire.
Nell’economia circolare, invece, sin dalla progettazione, i beni non sono destinati a diventare un rifiuto, ma a essere riutilizzati da qualcun altro per un altro scopo.

Un’economia circolare è un nuovo modo di produrre che, partendo da energie rinnovabili, produce oggetti che siano durevoli nel tempo e riciclabili nella loro interezza o nelle singole componenti: prodotti competitivi ed efficienti, con un deciso abbattimento delle emissioni nocive e dell’impatto ambientale, sembrano essere gli oggetti del domani.

Un cambiamento, quindi, in meglio che speriamo possa essere presto realtà!

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