#miofigliononmangia, l’iniziativa dell’Ospedale Bambin Gesù

Le mamme lo sanno: quando il bambino ha detto che è no, non c’è verso per fargli cambiare idea. Soprattutto in ambito alimentare. Contro la forza di volontà di un bambino incapricciato con la pappa, non ci sono aeroplanini, motorini o trenini che tengano e che riescano ad andare dritti in bocca, facendogli cambiare idea.

Però, noi mamme siamo fatte così: ci preoccupiamo. A volte a ragione, a volte a torto.

Ma come si fa a sapere se le nostre ansie sono giustificate o meno? La prima cosa sarebbe ovviamente quella di rivolgersi al pediatra, facendo presente la situazione e cercando di capire quanto ci sia di allarmismo e quanto invece ci sia di fondato.

Un’altra alternativa è quella di sfruttare le moderne tecnologie e, in particolare Internet, rivolgendoci a specialisti disponibili online (evitiamo assolutamente il ricorso a passaparola e metodi non scientifici, largamente presenti in rete).

#miofigliononmangia: l’Ospedale Bambin Gesù per i bambini inapettenti

L‘Ospedale Bambin Gesù di Roma nei mesi scorsi ha lanciato un’interessante iniziativa dedicata a tutti i genitori che sono in crisi con l’alimentazione dei propri figli: #miofigliononmangia.
Un’equipe specializzata fornisce consulenza e supporto alle famiglie che pensano che il proprio figlio abbia dei disturbi alimentari.

Fra i canali con cui è possibile mettersi in contatto con l’Ospedale c’è la casella e-mail miofigliononmangia@opbg.net, un appuntamento con un nutrizionista ogni 15 giorni sulla pagina ufficiale di Facebook dell’istituto https://www.facebook.com/ospedalebambinogesu.

A tutte le famiglie che vorranno avvalersi della consulenza degli specialisti dell’Ospedale o, comunque, riscontrano problemi di alimentazione nei propri figli viene consigliato di tenere un diario dove annotare tutte le abitudini a tavola dei bambini, di modo da poter riportare con la massima precisione quanto e quando mangia il bambino.

Una bella iniziativa quello di #miofigliononmangia, insomma, che permette a tutti i genitori di avvalersi di un supporto scientifico e specialistico su uno dei problemi più annosi della crescita dei bambini: il voler (o meglio il non voler) mangiare.

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