Perchè cambiare il pannolino in piedi

Quante volte i genitori si sono trovati alle prese con l’irrequietezza dei figli? Quante volte il cambio del pannolino si è rivelato una lotta più che un momento di legame col bambino?

A spiegarci il perché di questa enorme fatica sono le teorie di Maria Montessori, l’educatrice nota per aver dato vita a un metodo oggi molto seguito e che porta il suo nome: il metodo Montessori.

Secondo la Montessori, la crescita del bambino è volta tutta alla ricerca dell’autonomia, per questo motivo tutti i gesti che il genitore compie assieme a lui devono coinvolgerlo in prima persona. In questo modo oltre a crearsi un forte legame, il bambino comincia ad apprendere tramite gli eventi quotidiani che lo riguardano.

L’incontenibile energia dei bambini

Un esempio concreto e importante è il cambio del pannolino, momento di legame tra genitore e figlio, ma anche piuttosto turbolento. Soprattutto dopo i primi mesi di vita, l’energia del bambino si manifesta in irrequietezza e in fatica a rimanere sulla schiena in attesa del cambio.

Non c’è nulla di anormale in questo, anzi. È difficile per lui rimanere sdraiato e tranquillo, impossibilitato a sfogare in quel modo la forte energia che fa parte del suo essere. C’è però un modo per migliorare una situazione simile e per veicolare quella voglia di autonomia: il cambio in piedi.

I vantaggi del cambio in piedi

Gli esperti ritengono che attorno ai 12 mesi del bambino, il cambio del pannolino in piedi rappresenti il metodo migliore, con il piccolo in piedi e il genitore inginocchiato di fronte a lui.

Il primo motivo per cui questo sistema è il migliore, riguarda la stabilità. La posizione garantisce maggiore sicurezza per il bambino, protetto dalla presa del genitore e dal proprio tentativo di mantenersi in piedi. Sul fasciatoio, nonostante le apparenze, è più facile che dimenandosi cada o si trovi in una situazione di instabilità.

Il secondo motivo riguarda la partecipazione. Il bambino si trova accanto al genitore, vede tutto quello che fa e si sente più coinvolto in gesto quotidiano come il cambio. Gradualmente, il piccolo inizia a imparare come quei gesti possono essere compiuti in modo autonomo.

Una terza motivazione per cui il cambio in piedi è migliore rispetto al cambio orizzontale, è del tutto fisica. La posizione permette infatti lo sviluppo da parte del piccolo di un maggiore controllo dello sfintere e una conseguente autonomia dall’uso del pannolino. Il bambino che viene sottoposto al cambio in piedi ha una maggiore consapevolezza dei propri bisogni, del procedimento che consegue a essi e della loro pulizia. Se i tempi vengono rispettati con delicatezza, il bambino grazie al cambio in piedi può imparare a controllare gradualmente i propri bisogni e a usare il vasino o il gabinetto.

Quando il metodo può essere applicato

Dopo aver visto gli innegabili vantaggi del cambio del pannolino in piedi, è doveroso ricordare alle mamme e ai papà che il momento migliore per iniziare questa pratica è aspettare il periodo in cui il bambino riesce a mantenersi in piedi da solo. In questo modo sarà più facile e più sicuro applicare questo metodo.

Solitamente la stabilità del bambino viene raggiunta attorno ai 12 mesi, ma è diversa per tutti e le tempistiche dei piccoli vanno rispettate per trarre il meglio dal cambio in piedi.

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