Rinunciare al frigo, non è pazzia, ma l’idea di una designer coreana

Da quando è entrato nelle cucine dei nostri nonni e genitori nel secondo dopoguerra, non se ne è più andato: stiamo parlando del frigorifero, quell’armadio magico capace di generare freddo e conservare anche i cibi più delicati. Indispensabile e comodissimo, viene da chiedersi come avesse fatto l’umanità a sopravviverne per millenni senza.

Certo, le tempistiche fra produzione e consumo erano ben differenti, ma c’erano anche trucchi fondamentali tramandati di generazione in generazione che permettevano di conservare adeguatamente i cibi. Consigli che una designer coreana, Jihyun Ryou, ha raccolto e sulla base dei quali ha sviluppato un progetto per conservare gli alimenti anche senza frigo.

Imprescindibile, è l’osservazione degli alimenti: contando su un sistema tecnologico e su date di scadenza, quante di noi saprebbero dire, basandosi solo sui cinque sensi, se un alimento è ancora buono oppure è scaduto?
Partendo da queste basilari nozioni, la designer ha messo a punto una serie di mensole e supporti che aiutano nella conservazione degli alimenti, sulla base delle caratteristiche fisiche degli stessi.

Per esempio, un uovo ancora fresco messo in acqua affonda, mentre rimane a galla se non è più genuino. E così una mensola, corredata di un bicchiere colmo d’acqua, sarà il posto giusto dove tenere le uova e controllare che siano ancora buone prima di cucinarle, senza tenerle in frigorifero dove – per la loro conformazione – assorbono gli odori degli altri alimenti.

Oppure le mele, grazie alla emissione di gas etilene, possono ritardare la germogliazione di patate: e così un piccolo mobiletto con le patate sotto con le mele a contatto su una mensola superiore con dei fori permette di sfruttare questa caratteristica e conservare più a lungo le patate.

Tante altre idee sono presenti sul sito di Jihyun Ryou, così come un blog dove ognuna di può condividere i propri saperi: una miniera di informazioni utili e interessanti che non smetteranno di stupirci sulla natura che ci circonda.

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