Scelta del nome del bambino: prerogativa delle mamme?

Test di gravidanza positivo? Bene, preparatevi al totonome perché in capo a qualche mese il rapporto idilliaco di coppia potrebbe incrinarsi a causa della scelta del nome del futuro pargolo. Le cose si complicano se nella scelta subentrano anche amici e parenti, o peggio, assurde tradizioni di famiglia che impongono, spesso e volentieri, nomi che ben poco si addicono a un bambino. Ma allora come ci si deve regolare? Se mamma e papà non si trovano d’accordo sulla scelta del nome come si fa? Ovviamente prevale il buonsenso. O uno dei due cede o si va per esclusione e si trova un nome che, bene o male, accontenti entrambi. Eppure c’è chi sostiene caldamente che la scelta del nome spetti sostanzialmente alla mamma.

Uno che perora questa causa senza sfumature è lo psicologo nazional-popolare Raffaele Morelli. Questi è fermamente convinto che la scelta del nome spetti solamente alla mamma. Non si tratta di una mera presa di posizione, essendo Morelli uno psicologo ha addotto anche una spiegazione psicologica dietro a questa scelta. Infatti, sembra che quando il suono del nome è gradito alla madre, si crei una particolare empatia “tattile”, poiché -sempre secondo lo psicologo- il suono sarebbe un tatto che tocca le orecchie e tocca quindi anche la parte antica del cervello.

Proprio per questo motivo dovrebbe essere la mamma a scegliere il nome, in modo da entrare in immediata sintonia con il bambino che, a questo punto, riconoscerebbe più facilmente il suono che corrisponde al suo nome. Quindi sarebbe sbagliato anche far scegliere il nome ai nonni, appioppando al nascituro un nome che si tramanda di generazione in generazione e che magari alla mamma nemmeno piace.

Ma è davvero giusto escludere il padre dalla scelta del nome? Non si sente forse già abbastanza escluso dal forte legame mamma-bambino, almeno per i primi mesi di vita? Insomma, questo povero papà non deve davvero avere voce in capitolo? Bene, se ci si dovesse attenere al gioco dei ruoli, soprattutto durante gestazione, parto e accudimenti dei primi mesi, sicuramente la mamma dovrebbe avere maggiore potere decisionale, resta il fatto che un figlio lo si fa, generalmente, in due, meglio quindi ponderare bene la scelta e assieme perché se è vero che il nome è un suono, deve prima di tutto rispettare il bambino e la sua vita futura.

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6 commenti

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  1. Scelto mio marito, tra una rosa di nomi scelta insieme. I nomi li ho cercati io. Niente nomi di nonni, anche se mia madre avrebbe voluto quello di mio suo suocero, soprattutto con il primo . con il secondo era già rassegnata. A noi piacciono e nn ci importava il parere degli altri. Convinti e uniti nella scelta, infatti nessuno tra i parenti ha trovato terreno x commentare. Speriamo piacciano a loro quando saranno grandi

  2. Ma io non capisco! Un figlio è frutto d’amore tra due persone, è la “scelta” fatta da due persone. Quindi perché non cercare un nome che piaccia ad entrambi i genitori? Stiamo insieme ad una persona con la quale abbiamo deciso di dividere ogni cosa, la vita soprattutto, e poi non riusciamo a scegliere un nome insieme?!?!? Non condivido la spiegazione psicologica del dott. Morelli, ma soprattutto trovo irritante il comportamento di alcune donne che scegliendo da sole il nome si sentono importanti ed emancipate (?) e credono di poter sottomettere l’uomo.

  3. Mah…forse il papà ha un ruolo nella cosa? Non tutti i papà sono assenti nell’educazione e crescita dei figli…NO…vale anche il papà…il nome si sceglie INSIEME