Adozioni: i primi numeri (non positivi) del 2018 in Italia

L’andamento delle adozioni in Italia anche per l’inizio, seppur breve, di questo nuovo anno confermano l’andamento registrato nel corso del 2017, quando si è evidenziato un calo del 32% rispetto ai dati del 2015 dichiarati dagli enti ufficiali. Tra i motivi più rilevanti di questa diminuzione delle adozioni svetta sicuramente la crisi economica che condiziona coppie e famiglie in una scelta già così importante e delicata.

L‘incertezza del futuro in termini di lavoro, inflazione e spese in generale ha fatto sì che dalle 16 mila richieste del 2006 si sia arrivati a sole 3.500 nel 2010, con dati ad oggi che, anche se parziali, confermano il trend decisamente negativo.

Cosa spaventa dell’adozione?

Ma alla incerta situazione economica, che interessa la maggior parte della popolazione, vanno ad aggiungersi problematiche già segnalate da tempo dalle associazioni che si occupano di preparare le coppie all’adozione: dai costi che si devono sostenere per viaggi e pratiche necessari (soprattutto nel caso di adozione internazionale) fino all’estrema lunghezza dell’iter che porta all’affidamento definitivo del bambino. Anche la normativa vigente non risulta adeguata alla situazione attuale dei bambini a cui si deve trovare una famiglia in cui crescere. Ed infine un’ulteriore difficoltà, non ultima per importanza, è il fatto che in Italia l’adozione rimane un argomento di cui poco si parla, per la quale non viene sensibilizzata la popolazione in generale, in poche parole una questione che riguarda solo chi intraprende quel percorso senza valorizzare il fatto dell’enorme impatto positivo che produce sulla società in generale.

Per la mentalità collettiva un bambino adottato è ancora un bambino con bisogni speciali e chi pensa di intraprendere questo percorso deve fare i conti con la paura di non trovare il giusto supporto nella scuola pubblica e nelle istituzioni in generale, con la conseguenza di dover far ricorso a spese per specialisti come logopedisti e psicologi per poter sostenere l’inserimento di queste creature in una nuova famiglia e in nuovi nuclei di aggregazione come sono la scuola, lo sport e tutte le varie attività del tempo libero.

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2 commenti

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  1. A state scherzando o dire vero? Ma se la burocrazia italiana fa passare il desiderio di adottare i bambini,intanto si tengono i bambini il PIÙ lungo possibile per convenienze economiche non appena il bambino ha sette ,otto anni e anche molto di PIÙ allora si può adottare perché le sue possibilità diminuiscono.,e di li poi nascono problematiche genitore affidatario con adottante.Tutto per colpa della politica che usano .alla fine si cerca poi di adottare all’estero perché a loro interessa levare i bambini da certe condizioni estreme e velocizzano il tutto.