I bambini adorano il mare: l’unica cosa che li fa davvero soffrire è aspettare 2/3 ore dopo mangiato prima di fare il bagno.

Si tratta di un’idea che ha sempre accompagnato le mamme italiane (e anche tanti papà): l’attesa delle ore canoniche prima di toccare l’acqua sembrava indistruttibile.

Aspettare due ore per il bagno dopo mangiato, un’abitudine tutta italiana

Una delle domande ricorrenti che i bambini fanno ai propri genitori sulle spiagge italiane è “Che ore sono? Posso fare il bagno adesso?” Questo può diventare un vero tormentone che, delle volte, snerva i genitori.

Tutti siamo cresciuti nell’assoluta convinzione di dover aspettare le canoniche due o tre prima di poter metter un solo piede a bagno, pena una congestione apocalittica con conseguente rischio di morte. Ma è proprio così?

I pareri a riguardo sono piuttosto contrastanti, ma la vera stoccata a questa teoria arriva dal noto pediatra gastroenterologo Roberto Albani. Lo specialista, infatti, sostiene che quello di aspettare prima di fare il bagno sia un mito tutto italiano da sfatare, abitudine quindi che difficilmente si trova, se non in rari casi e con tempi diversi di attesa, all’estero.

Bagno dopo mangiato: perché lo si teme

Perché quindi aspettiamo tre ore circa prima di fare il bagno? Perché si pensa che il sangue debba affluire nell’apparato digerente per permettere a quest’ultimo di lavorare correttamente, il mancato afflusso sanguigno causerebbe una congestione. Il Dr. Albani, invece, è di tutt’altra opinione.

Per prima cosa non esisterebbe nella letteratura medica nessuno studio riguardo la congestione intestinale o blocco della digestione causati dall’immersione in acqua. Tanto meno esistono studi che riportino questa tra le cause d’annegamento.

Secondo il pediatra, quindi, non saremmo altro che vittime di un tam tam o passaparola “ho sentito che un tipo è morto in acqua per congestione”, ma la cosa lascia il tempo che trova se non supportata da ricerche. Esistono invece degli studi americani che mostrano le principali cause di annegamento, tra cui svetta quella della scarsa sorveglianza dei bambini da parte degli adulti.

In pratica, forse un tempo una madre italiana si è inventata questo modo geniale di evitare di rincorrere il figlio lungo tutto il bagnasciuga, e da quella volta generazioni di italiani, grandi e piccoli passano due ore a fissare tristemente l’orologio dopo pranzo.

Come fare a proteggere i bambini dai rischi legati al mare?

A parte gli scherzi, la notizia (o non notizia, come preferite) è proprio vera: si può fare il bagno dopo mangiato. Ci sono però degli accorgimenti che dovete rispettare, soprattutto con i bambini, per evitare di avere problemi come le sincopi (differenti dalle congestioni) e che sono legate allo shock termico e al pericolo dell’idrocuzione.

L’acqua fredda e lo sbalzo di temperatura sono infatti pericoli reali ed è buona norma evitare di entrare in acqua quando siamo particolarmente accaldati o dopo aver svolto attività fisica, ricordandoci poi di immergerci sempre in modo graduale per abituare in corpo alla temperatura dell’acqua.

Il bagno dopo mangiato può creare qualche problema solo se il pasto è davvero abbondante, ma difficilmente un bimbo al mare si abbufferà per poi buttarsi subito in acqua. È importante però evitare di impegnare troppo l’apparato digestivo prediligendo pasti leggeri e, per gli adulti, limitare l’uso degli alcolici.

Bisogna invece fare la massima attenzione a non lasciare mai, mai un bambino solo sul bagnasciuga, ancor di più se questo ha pochi anni. Per i bambini così piccoli è difficile mantenere l’equilibrio e cadere a faccia in giù è un attimo.

Tutti i bambini devono imparare a nuotare: e farlo possibilmente con un bravo istruttore. 

Quando portate i bambini a fare il bagno, infine, non fateli immergere di colpo: bagnateli poco a poco e fate abituare il loro corpicino al contatto con l’acqua. E potete farlo anche appena mangiato!

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