Bonus mamme casalinghe 2018: come ottenere l’assegno

L’assegno di maternità dei Comuni o di base o per le mamme casalinghe è una prestazione a fini assistenziali istituita dall’INPS e pensata per le donne non lavoratrici. Si tratta di un bonus di tipo economico che viene elargito, appunto, dall’INPS al Comune di residenza della madre richiedente entro i primi 6 mesi dal parto o dall’accoglienza in casa di un minore in affido o adozione. In altri termini, l’importo viene girato dall’INPS al Comune e da questo alla madre richiedente e avente diritto.

Chi può fare domanda per il bonus mamma non lavoratrice?

Solitamente è la madre a fare richiesta per questo bonus ma anche il padre del bambino, l’adottante o l’affidatario possono, in alcuni casi specifici, presentare la domanda al posto della madre.

È rivolto a tutte le mamme non lavoratrici italiane, comunitarie ed extracomunitarie (in possesso di regolare carta o permesso di soggiorno) residenti in Italia al momento del parto o dell’entrata del minore adottato o in affidamento e con un ISEE minore ad un determinato importo. Nel caso di nascita all’Estero, il bimbo deve avere lo stesso tipo di documenti di soggiorno della madre (ossia carta o permesso di soggiorno).

Importo e requisiti dell’assegno di maternità dei Comuni

Il Comune di residenza si occuperà di verificare i requisiti secondo le leggi di riferimento e successivamente, qualora il controllo risultasse avere esito positivo, accrediterà l’importo sul conto corrente indicato dalla richiedente all’atto della domanda. Il massimo del bonus erogato è di 1.713 euro, suddivisi in rate da 338, 89 euro per il periodo di 5 mesi.

I requisiti per ottenere tale agevolazione sono:

  • ISEE inferiore a 17.142,46 relativo all’anno precedente la domanda
  • essere stata una mamma casalinga o non lavoratrice negli ultimi 18 mesi
  • essere italiana o comunitaria o extracomunitaria con regolare permesso di soggiorno.

La domanda per il bonus mamma casalinga

Dopo aver valutato se si possiedono i requisiti per aver diritto a questo bonus è necessario presentare domanda entro i termini stabiliti e in modo completo. Il termine di presentazione della richiesta è fissato entro 6 mesi dal parto o dall’entrata in casa del bambino adottato o in affidamento.

Ogni Comune dispone di modelli appositi che possono essere forniti alla madre in modo da facilitare la procedura. La domanda deve possedere due autocertificazioni ed una dichiarazione ossia:

  • una dichiarazione in forma scritta nella quale si afferma di possedere tutti i requisiti ed aver dunque diritto ad ottenere questa facilitazione;
  • un’autocertificazione nella quale si nega di beneficiare di indennità di maternità da parte dell’Inps o si dichiara di percepire una retribuzione parziale (in tal caso l’importo erogabile sarà calcolato in base all’altra facilitazione) e nemmeno di quella di cui all’art. 75 del D.Lgs. 151/2001.
  • la dichiarazione sostitutiva unica nella quale siano evidenti i redditi percepiti dal nucleo familiare nell’anno antecedente a quello per il quale si presenta richiesta. In altre parole si presentano i redditi del 2017 per avere il bonus nel 2018;
  • la carta o il permesso di soggiorno per cittadine non comunitarie.

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101 commenti

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  1. Questo esiste dal 2009 quando è nata la mia prima figlia e a me non hanno dato niente ne con la prima ne con la seconda nata nel 2014 sono casalinga ma siccome mio marito e artigiano non me lo hanno dato…qui di non scrivete bonus x le mamme casalinghe…scrivete il bonus va dato solo a chi patisce la fame e non lavora ne marito ne moglie che fate più bella figura

    • Perché dici questo? Perché non rientri nei requisiti? Pensa invece alle mamme che possono richiederlo come saranno contente. Per favore, non giudichiamo solamente perché non è un benefit che può essere applicato a tutte le mamme casalinghe!

    • Come in tutte le cose non è possibile dare un aiuto a tutti, vengono privilegiate certe fasce di reddito. Altrimenti si parlerebbe di assistenzialismo dello Stato. La stessa tua domanda potrebbero farla le coppie che decidono di non aver figli: perché a loro lo Stato non dovrebbe dare dei contributi. Cerchiamo di ragionare sempre prima di accendere polemiche che non hanno senso di esistere.

    • Io ho una fascia di reddito ancora più bassa, ma non posso richiederlo perché mio figlio ha già superato da parecchio i 6 mesi… eppure sono casalinga e lavoro non c’è ne per una mamma di 3 bimbi 😢😢😢

    • Antonella semplicemente essendo dei fondi stanziati non è possibile poter soddisfare tutte le mamme, motivo per il quale hanno messo un discriminante nelle richieste. Nessuno dice che non sei più mamma dopo i primi 6 mesi, semplicemente è uno dei requisiti.

    • Uno dei requisiti dovrebbe essere aiutare chi ha più di un figlio …per questo magari si fa la scelta di restare a casa per accudire loro…capisco che non si può essere tutti d’accordo …

    • Mmm…questo aiutare chi ha più di un figlio non l’ho mai capita! Se vuoi un aiuto, è xe non ti puoi permettere di avere più di un figlio,quindi xe li fanno!? Si resta a uno e si vive dignitosamente! Bah!

    • Antonella, pensa che anche solo 10 anni fa le mamme casalinghe non avevano molte delle agevolazioni e delle tutele di oggi, i passi in avanti sono stati molti! Il legislatore deve pensare al meglio, ed è ovvio che non si potrà mai accontentare al 100% la popolazione.

    • Graziano Angela ma che stai dicendo? Io vivo in Finlandia e qui più figli hai e più aumentano i bonus e non perché la gente non possa permettersi di crescere più di un figlio, ma per incentivare le famiglie che vogliono dei figli a farne più di uno senza l’ansia di non poter poi far fronte alle spese!

    • Corcione Carmela Cassano a me sembrano aiuti dati tipo contentino, ci sono tantissimi requisiti diversi per poter avere ogni bonus, sembra giusto fatto per fare in modo che meno persone possibili ci rientrino…

    • Graziano Angela ma che cèntra non fare figli con quello che si sta dicendo… qui in Italia purtroppo c sono leggi fatte a tromba… fino a poco fa vivevo con mio padre e non potevo richiedere nessun tipo di agevolazioni xke lo stato pensava che mio padre mi campasse qnd io non avevo diritto a nulla… ma tranquilla io ho due figli potrei farne anke un terzo e se chiedo un aiuto dallo stato non significa che i miei figli stanno morendo di fame ma semplicemente xke sento le mie amike che vivono da altre parti del mondo e posso garantirti che solo qui in Italia ci sono poki diritti e agevolazioni x noi mamme….

    • Nn e il fatto di nn generalizziamo e la cosa sei mesi dopo il parto ci sono tante mamme disoccupate con figli da anni e cosa leggi questo….. E se lavoro nn si trova….. Xche ogni volta c’è ne una….. Uno sei troppo grande di età uno hai due figli e troppo

    • Certo, forse è vero che sarebbe meglio incentivare lavoro e assunzioni post maternità. Di fatto però il discorso è molto ampio e noi non abbiamo le competenze adatte per poterne discuterne. Sicuramente per le mamme che potranno recepire il bonus è una buona notizia, le altre dovranno cavarsela come hanno fatto finora

    • Infattti non capisco che paletto e’ ! secondo me a 6 mesi dal parto non hai ancora capito bene come fare a gestire la nuova vita che porti a casa e appena hai il tempo di fare le domandine del caso già sono scadute ,quindi che senso ha? Il mio commento era dovuto al tempo di scadenza eccessivo poi sono a favore di tutte le agevolazioni fatte alle neo mamme perché son giuste.