Sin dai primi sintomi della gravidanza, una donna deve cambiare le sua abitudini alimentari e l'importanza del “cosa si mangia” non è più secondaria. Per tutti i mesi della gestazione, così come per il periodo dell'allattamento, i cibi da mettere in tavola sono sotto l'occhio del ciclone.
Non bastassero queste attenzione culinarie, a una mamma si richiede particolare interesse a cosa dar da mangiare al bambino quando è svezzato, ma - volendo vedere la cosa sotto un'ottica positiva- fortunatamente non è la dieta della mamma a essere sotto esame, ma quella del bambino piccolo.
Infatti, anche quando lo svezzamento si è concluso, ci sono dei cibi che possono comunque fare del male al bambino, facendogli sorgere delle allergie o delle intolleranze causate da cibi allergizzanti. Per questo, la data da segnarsi sul calendario è quella dei due anni circa: fino a questa età il bambino non dovrebbe assumere degli alimenti che sono considerati allergizzanti, cioè che rilasciano nell'organismo una sostanza – l'istamina – che provoca sintomi simili all'allergia.
Fra gli elementi al bando, ci sono le fragole, le ciliegie i crostacei e la frutta secca: in caso di assunzione sotto i due anni, il metabolismo del bambino non è ancora perfettamente maturo e, quindi, il rischio è quello di provocare delle reazioni come prurito o allergia; in particolare, poi, le arachidi sono una delle sostanze che possono provocare reazioni molto gravi, con ripercussioni per tutta la vita del bambino.
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In sostanza, dunque, mamme e papà ricordate che – anche se svezzato – il bambino non è ancora pronto a mangiare proprio tutto quello che gli viene proposto: bandite, quindi, fragole e ciliegie, crostacei e molluschi per qualche tempo; per evitare piccole tragedie domestiche, cercate di non proporre cibi allergizzanti a tavola in presenza dei piccoli: rischiereste di dover cedere a un capriccetto che potrebbe costare davvero molto caro alla salute del bambino...