Ecco perché è meglio non dire “bravo” a tuo figlio

Con i complimenti cerchi di aumentare l’autostima dei tuoi figli, ma potresti anche manipolarli involontariamente.

I complimenti eccessivi e le parole abusate

Diciamo la verità, noi genitori lodiamo i figli con parole come “bravo” per qualsiasi cosa: quando ha mangiato tutta la pappa, se ha messo in ordine i giocattoli, se ha disegnato… Bravo è una parola abusata con i bambini.

Questo atteggiamento genitoriale è così diffuso da essere ritenuto normale, ma che conseguenze ha su un bambino che cresce sentendosi dire che è bravo perché non va in punizione o che si comporta in un certo modo solo perché è stato ricattato? Quante volte abbiamo usato frasi come “Se non fai il bravo non andiamo ai giardinetti”?

Quando l’errore è dei genitori

Solitamente facciamo complimenti ai nostri bambini per rinforzare i comportamenti che riteniamo adeguati o per sottolineare i progressi che hanno fatto in un determinato ambito, in modo da aumentare la loro autostima.

Quando diciamo “bravo” ad un bambino, mandiamo lui il messaggio che ha fatto bene una cosa: il bambino in questo modo recepisce che quando fa qualcosa in un certo modo e riceve dei complimenti i grandi sono felici e gli vogliono più bene.

Il problema reale di queste parole che vengono usate come rinforzo positivo è che mettono in risalto il valore intrinseco di lui invece che sulle sue azioni.

L’identità è data dall’immagine che abbiamo di noi stessi e dall’immagine di noi che hanno gli altri e questo può portare confusione tra essere se stessi e ciò che gli altri vogliono.

Complimenti sì, ma in modo equilibrato e se sono sinceri

Fare complimenti in modo eccessivo al bambino, riempirlo di lodi e di giudizi positivi ed entusiasti ha il lato negativo di creare nel proprio figlio un’immagine troppo elevate di sé e questo, al contrario di quello che si potrebbe pensare, potrebbe renderlo un adulto fragile e patologico, un soggetto in continua lotta con l’inferiorità causata da uno standard da seguire sempre troppo alto.

In base a ciò che abbiamo detto prima quindi, la non efficienza, il non essere “bravo” sarà automaticamente ricollegato al non sentirsi amato.

L’amore che riceviamo dagli altri, soprattutto quello che abbiamo ricevuto dai genitori nei primi anni di vita, è direttamente collegato al senso di sopravvivenza.

Per sopravvivere si deve essere amati e in grado di costruire rapporti di amore duraturo con la persona amata ed il bambino, quando è molto piccolo, modifica i propri comportamenti in base alle risposte che riceve dall’ambiente e fa di tutto per essere amato.

Quello che si può fare è cambiare questo atteggiamento sostituendo a questi vuoti complimenti delle frasi che permettano al bambino di riflettere su ciò che ha fatto e orientarsi in modo indipendente su quello che deve pensare.

Ad esempio, per aiutare i bambini a riconoscere da soli il valore di qualcosa che hanno fatto si può utilizzare un frase come “Sei contento del tuo lavoro? Sei soddisfatto?”. I complimenti e le lodi non sono banditi, ma devono avere un valore ed essere usati quando la situazione è speciale, in modo che le parole non perdano valore e significato.

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