Genitori e disabilità: abbattiamo tutte le barriere

Pensare che nel 2016 ci siano donne e madri affette da disabilità che vivono situazioni di grave disagio nel nutrire il sogno di una maternità è davvero umiliante.

Ostacoli fisici e barriere “invisibili” quelle dei genitori con disabilità

Da un lato sussistono ancora le barriere architettoniche, che in numerose strutture mediche e ospedaliere non sono state per nulla abbattute: ambulatori difficili da raggiungere, lettini da visita non adibiti ai portatori di handicap, ascensori e montascale mai funzionanti sono solo alcuni dei problemi concreti e quotidiani che le mamme con disabilità devono affrontare.

Ma gli ostacoli, quando si parla di maternità ed handicap fisici, non sono sempre visibili: ci stiamo riferendo ai silenzi, al senso di omertà e menefreghismo o, ancor peggio, a quella pressione psicologica che gli addetti ai lavori esercitano sulle donne per dissuaderle dal grande desiderio di diventare mamme.

Probabilmente queste barriere invisibili sono quelle che fanno più male, le più difficili da sormontare. A dimostrarlo, ad esempio, sono i risultati di una ricerca diffusa da una laureanda in ostetricia all’Università di Sassari, Susanna Usai, che è entrata nel profondo della materia per valutare e cercare di spiegare le ragioni di questo malessere diffuso.

Quali sono le paure delle mamme affette da disabilità?

E le risposte sono arrivate: basta pensare che la paura più grande delle future mamme affette da disabilità è quella di trasmettere la patologia al neonato. E’ proprio In questi casi risulterebbe fondamentale il sostegno, sanitario e psicologico, dei dottori, dei ginecologi e del corpo medico in generale, per tranquillizzare o, nell’eventualità, spiegare con attenzione ed oggettività i rischi connessi alla gravidanza.

In questo modo si sgombrerebbe la strada da quella spiacevole sensazione che siano proprio i sanitari a sconsigliare di percorrere la strada della maternità in queste condizioni.

Tuttavia, per dare il corretto supporto alle future mamme, si stanno muovendo numerose associazioni: come l’AISM, l’Associazione Italiana Sclerosi Multipla, che ha attivato un programma d’ascolto, denominato Tutto parla di te, in cui le donne affette da disabilità che decidono di intraprendere la meravigliosa strada della gravidanza hanno l’opportunità di trovare sostegno e risposte direttamente dalle esperienze da chi ha vissuto, in prima persona, questa grande sfida. 

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