“Giorgia Meloni deve fare la mamma”: ma lei non ci sta

Il Centrodestra sta scegliendo in questi giorni il candidato per le elezioni a Sindaco di Roma. Giorgia Meloni, che prima aveva deciso di non candidarsi perché in attesa di un bambino, ci ha ripensato e ha detto che è pronta a scendere in campo, appoggiata da Salvini.

Bertolaso, che difende la sua posizione, ha risposto piccato alla Meloni, che deve fare la mamma e che fare anche il Sindaco di Roma è troppo impegnativo.

Ovviamente c’è stata una levata di scudi in favore della Meloni, perché le mamme possono fare tutto. E ci mancherebbe.

Io però vorrei pensare un attimo al bambino in arrivo. Essere Sindaco di Roma ignifica governare una città di milioni di abitanti. Quanto tempo Giorgia Meloni potrà dedicare a suo figlio?

Si tratta di un lavoro molto stressante: quanto le preoccupazioni di qui momenti incideranno sulla salute del piccolo?

Bertolaso ovviamente difende se stesso, ma forse, e dico forse, non sarebbe bello vivere una gravidanza più tranquilla e affrontare questa avventura magari tra un po’ di tempo, con il figlio già di qualche anno?

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25 commenti

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  1. Che fare il sindaco di Roma è impegnativo -soprattutto per come la città sta adesso- è vero.
    Se la Meloni è disposta a rinunciare completamente a suo figlio per Roma, sono fatti suoi però.

  2. Tornare a lavoro è un conto…fare il sindaco di Roma in un momento come questo significherebbe indubbiamente non allattare, non veder crescere tuo figlio,non fare la mamma. Stop! Non facciamo le femministe a tutti i costi, abbiamo un dono, quello di dare la vita! Poi diverso è se vuole fare il sindaco come tanti politici… tra sotterfugi e presenze a lavoro quando gli pare! Allora può farne anche tre di figli!

  3. Le auguro tutte le difficoltà che hanno le donne normali, compreso l’impossibilità di fare carriera. Così forse sti polituncoli buoni solo a rubare soldi pubblici, si danno una svegliata sul problema del lavoro post maternità.

  4. Anche io non capisco le mamme che si vantano di esser di nuovo a lavoro a 3 giorni dal parto e credo che fare il sindaco sia un impegno eccessivo con un neonato … il punto è che solo lei può dire di volerlo fare oppure no, nessun’altro al posto suo! Altrimenti suona discriminatorio.

  5. Senza se e senza ma, si alla sindaca donna. Pero’ esplicitare la vicesindaca (no maschio se no è un bluff). In questo caso è importante rendere noto da subito il nome di una vicesindaco che dovrà spesso intervenire. Che bluff farsi eleggere e poi essere sostituita da un uomo per il 50 per cento del tempo, ad esempio Bertolaso che dopo il famoso terremoto contribuì a non verificare i balconi delle nuove abitazioni che, oggi, crollano costruiti con legno destinato a marcire per l’assenza di guaine protettive, o le sospensioni nelle fondamenta dei condomini in metalli non adatti ad attutire altri terremoti: dopo gli slogan delle abitazioni della New Town…. considerazione finale: quanta pubblicità alla Meloni, non c’era una figura femminile più opportuna?

  6. Capite perché non avremo mai gli stessi diritti di un uomo… Se si fosse chiamata Giorgio Meloni, sulla forza che infonde l’avere un figlio ci avrebbe potuto incentrare tutta la campagna elettorale…

    • Questa c’ha i portaborse e credi che non possa portarsi dietro una tata e allattare ogni tre ore. Cavolo, se lo fa la Marcuzzi per fare il Grande Fratello non può farlo lei per fare il sindaco?

    • Tante donne non hanno nemmeno questi privilegi. Non possono nemmeno scegliere. E se lavorano appena partorito è per mantenere il cucciolo… Che pensino a dare diritti a queste donne piuttosto che “preoccuparsi” per la Meloni e la sua bimba. Sono certa che ce la faranno benissimo in ogni caso. Beate loro!

    • Un figlio NON È UN DIRITTO, è un dono!
      Se vuole fare il sindaco è libera di farlo… Se vuole essere anche una buona madre non dovrebbe. E non cominciate a dire che conta la qualità del tempo e non la quantità perché può valere (forse) per bambini grandi! Ai neonati non importa la qualità, i neonati vogliono la mamma!

      E non è per un discorso di parità… Se siamo donne e mettiamo al mondo un figlio siamo diverse (per fortuna)

    • Non ho detto mai che un figlio è un diritto. Anzi, sono proprio dell’idea opposta. Ho detto che la maternità (intesa come tempo di assenza dal lavoro retribuito per permettere alla madre di stare con il figlio) è un diritto, ma una donna può decidere come gestirlo. Tante decidono di lavorare perché non hanno un’indennità ( professioniste, commercianti, negozianti, artigiane) e devono farlo. I miei avevano un’attività e proprio per me e per darmi un futuro migliore hanno lavorato duramente. Ogni giorno. Ma senza trascurarmi mai. E io ho respirato il mondo del lavoro dal primo giorno. Mia mamma aveva un lavoro. E io avevo mia mamma.

  7. Si ma fare il sindaco, di Roma poi, nei primi mesi di vita di tuo figlio mi pare eccessivo, ogni cosa a suo tempo, finiamola di vedere la maternità come un sottrarsi al proprio ruolo di donna lavoratrice, io penso al contrario che chi torna subito al lavoro forse quel figlio non avrebbe dovuto/voluto farlo…il senso di responsabilità va prima di tutto dimostrato alla creatura che si è messa al mondo!

    • Credo che il primo anno di vita del proprio figlio vada vissuto in tutto e per tutto, poi si può tornare al lavoro, secondo diverse modalità, è l’Italia che non vuole più bambini perché non consente alle madri di lavorare e godersi allo stesso tempo la famiglia… Lavorare fino alle 18/19 di sera è per molte un dovere a cui non ci si può sottrarre ma allo stesso tempo una rinuncia forzata (per chi ama la propria famiglia e non vive di sola carriera) che pesa sul cuore come un macigno!