“La principessa e il drago”: finalmente fuori dagli stereotipi!

Siete stanche di leggere la solita favola dove il principe va a salvare la principessa? E allora oggi vi presentiamo il pericoloso e sovversivo libro “La principessa e il drago”: pensate che parla di una principessa che va a salvare un principe!

Il volume, illustrato da Michael Martchenko, scritto da Robert Munsch e edito dalla Collana Giralangolo – Sottosopra, si è trovato suo malgrado protagonista di un fatto di cronaca: due genitori hanno ritirato (pare eh..) dalla scuola di Massa Carrara la figlia, perché scandalizzati da una serie di volumi presentati simili a questo. Subito ovviamente messi all’indice (i libri) da alcuni gruppi ultra cattolici.

Così abbiamo deciso di scoprire cosa c’è dietro lo scandalo, ed ecco la trama: Elisabeth è una principessa che sta per sposarsi. Ma all’improvviso arriva un drago che le brucia il castello e il ricco guardaroba, e non contento le rapisce anche il fidanzato.

Allora lei, abbigliata con un misero sacchetto di carta, l’unica cosa che trova, va alla caccia del drago per liberare il giovane.

Certo non è semplice affrontare le varie prove e arrivare a combattere con il drago, che addirittura le dice che è troppo impegnato e deve tornare più tardi a farsi mangiare. Ma Elisabeth alla fine ha la meglio anche su di lui, e finalmente arriva dal principe. E indovinate un po’? Invece di essere felice e ringraziarla per il suo coraggio, quel presuntuoso la rimprovera perché è mal vestita, ha i capelli sporchi e puzza di bruciato.

Elisabeth si dispera? Neanche un po’: capisce che il suo futuro sarà più bello senza quel principe poco principesco e se ne va felice.

Certo, si tratta di una lettura adatta a bambini più grandi, che riescono a cogliere il lato divertente della rottura dello stereotipo della principessa che invece di essere salvata, va ad affrontare il drago.

La cosa davvero singolare è pensare come qualcuno abbia potuto vedere del male nella figura di questa combattiva ragazzina: ma il sospetto è che questa storia del gender, alla fine, serva solo a colpire le donne e a cercare di far pensare loro che davvero posso essere solo indifese principesse, in attesa di un principe poco principesco che forse non arriverà mai.

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12 commenti

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  1. Certo,l’idea romantica della principessa salvata dal principe,ormai è radicata nel DNA di tutte le bambine,ragazze e donne, però insegnare tramite un libro, che noi donne abbiamo la possibilità di salvarci da sole senza aspettare il principe azzurro, è sicuramente utile. Vedo ancora in giro troppe donne che si aspettano chissà cosa e sono in attesa del principe azzurro quasi come se senza di lui non fossero in grado di cavarsela.

    • assolutamente no! ma sapere che nel caso tardasse c’è un piano B, quello fa la differenza. a prescindere da ogni stereotipo sociale, e da ogni favola romantica, insegnare che esistono tanti possibili altri lieto fine mi sembra la cosa più bella

  2. Come persona e come padre di una bambina non posso che lottare per la caduta di qualsiasi stereotipo, ancora più critico se indirizzato verso bambini piccoli che non hanno gli strumenti per affrontarlo. Contro un ritorno all’oscurantismo dovremmo far circolare questi libri. Proprio ieri ho scritto un post, e disegnato una vignetta, sull’argomento e proprio su questo libro. http://www.babbonline.blogspot.it/2015/11/chi-ha-paura-della-caduta-degli.html