La triste condanna delle donne che muoiono di parto in Bolivia

Spesso si sente parlare dell’eccessiva medicalizzazione dei parti. Ci sono donne (e uomini) che pensano che la natura deve SEMPRE fare il suo corso.

Tutti però dovremmo leggere l’agghiacciante reportage di Michele Bertelli su L’Internazionale, che parla delle donne in Bolivia che muoiono di parto.

Infatti questa è una delle nazioni più pericolose dove mettere al mondo un figlio. La causa, molto semplice, è la povertà. Ma non solo: perché in Bolivia, negli ultimi anni la crescita economica c’è stata, ma non ha scalfito di una virgola il numero di morti.

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Morire di parto in Bolivia: perché

La maggior parte delle donne se ne va per un’emorragia dopo il parto, che in ospedale viene fermata in pochi minuti, ma che in una casa in mezzo al nulla può essere fatale.

Se ne va con i figli bloccati nel ventre, quando un taglio cesareo in un attimo avrebbe potuto salvare madre e figlio.

Se ne va perché nessuno capisce che soffrono di ipertensione, perché le donne che si occupano di farle partorire hanno le mani sporche e usano strumenti infetti, perché le lacerazioni post parto non vengono ricucite.

Tante donne che vivono nelle zone più povere, non hanno accesso alle cure, per povertà, per ignoranza o per vergogna. La gente pensa che andare in ospedale non serva, che sia una pratica stupida, meglio partorire in casa.

A volte ad assisterle ci sono le parteras, che si occupano di farle partorire somministrando erbe e facendo e massaggi. A volte le cose funzionano, a volte l’esperienza (pur importante) di queste levatrici, non è sufficiente e accade il peggio.

E noi?

Per questo è importante, al di là di tutto, riuscire ad apprezzare anche la nostra fortuna, che (se ce ne bisogno, poi ognuna è libera di fare come vuole) ci mette a disposizione ospedali con medici e ostetriche, pronti a darci una mano se dovessimo averne bisogno.

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