Omicidio di Ferrara, davvero i videogame sono colpevoli?

Nei primi giorni del mese di Gennaio, è stato commesso un brutale omicidio. Quello di Ferrara. Lo conosciamo tutti ed è inutile dilungarsi su dettagli macabri e notizie di gossip non confermate. Vale la pena invece di analizzarlo da un altro punto di vista: i titoli dei giornali e i vani giudizi.

I quotidiani italiani sull’omicidio di Ferrara

Ovviamente un gesto del genere (parricidio N.d.R.) è da condannarsi e non è mai giustificabile. Per quanto i giornali si sforzino nel cercare dettagli, pettegolezzi o interviste di persone del paese, nessuno di noi saprà mai la verità sulla storia, su quello che succedeva in una casa e in una famiglia apparentemente normale e sui pensieri dei ragazzi che hanno compiuto questo gesto estremo. Una cosa è certa, abbiamo letto tante teorie di alcuni giornali italiani. Saranno vere?

  • Papà e mamma uccisi a Ferrara – Videogame, il bar, gli spinelli-I giorni vuoti di Manuel e Riccardo Il Corriere della sera il 12 gennaio
  • “Omicidio Ferrara, i videogame, il bar e gli spinelli. Così hanno preparato il delitto” così ha titolato il suo articolo “Il Giornale” il 13 gennaio;

Davvero la colpa è da imputare ai videogame? Si può costruire un articolo sulla testimonianza di un amico dei ragazzi? Vediamo cosa hanno detto gli esperti.

Il parere favorevole alle teorie dei quotidiani

Lo psichiatra Alessandro Meluzzi scrive: “[…]L’adolescenza è sicuramente la fonte di molti mali come le dipendenze, ma anche comportamenti distruttivi e autodistruttivi. In questa crisi di comunicazione tra giovani e adulti sta anche un drammatico iato tra generazioni, con gli adulti che sono costretti a correre, lavorare, produrre e pagare sempre di più e dei giovani senza prospettive per il futuro che in qualche modo riempiono la loro malinconica esistenza di canne e videogiochi“. Lo psichiatra inoltre sostiene che attraverso questi: Si arriva così alla totale de-realizzazione rispetto alla realtà.

Il parere contrario alle teorie dei quotidiani

Paolo Chisari, Presidente dell’Associazione editori e sviluppatori videogiochi italiani, invece risponde con una provocazione: “È un po’ come incolpare i Metallica se un ragazzo appassionato di heavy metal strangola la fidanzata”. Poi sottolinea che i videogiochi non possono essere paragonati agli spinelli e che, al pari di ogni media (dal latino medium: mezzo), devono essere utilizzati nel modo corretto. “Non consentirei a mio figlio di stare 10 ore al giorno di fronte a una console. Ma non gli permetto di trascorrere la stessa quantità di tempo neanche davanti alla Tv o chino su un libro” conclude Chisari.

E voi che ne pensate? Davvero i videogiochi sono così dannosi?

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