Il sorriso di mia figlia

Il sorriso di mia figlia è come quei raggi di sole che si fanno spazio tra le nuvole di un cielo grigio che mi fanno venire la voglia di uscire anche sotto l’ombrello, è come una doccia che mi toglie di dosso la stanchezza di una giornata di lavoro caricandomi di nuova energia, è come un tuffo nell’acqua fresca del mare in un caldo pomeriggio d’estate.

Il sorriso di mia figlia le accende una piccola luce negli occhi, probabilmente anche nei miei se solo potessi guardarmi senza accorgermene in uno specchio. Le fa venire anche una piccola ruga sopra la guancia. Le fa muovere leggermente le orecchie, in un modo che mi fa quasi vantare che abbia preso da me perché anche io riesco a muoverle proprio così.

Il sorriso di mia figlia è un’opera d’arte. In questo periodo di arte contemporanea perché ha qualche buco dove prima c’erano i denti da latte caduti. Come quelle opere moderne per le quali pensi “io l’avrei fatto anche meglio” ma poi, guardandole, capisci che c’è “quel non so che” che le rende uniche ed inimitabile.

Il sorriso di mia figlia lo conosco nei minimi dettagli perché non mi stanco mai di guardarlo.

Il sorriso di mia figlia mi contagia. Senza accorgermene mi ritrovo a ricambiarlo come in un gesto automatico.

Il sorriso di mia figlia può arrivare all’improvviso, senza preavviso. Per una scena buffa di un cartone animato, mentre gioca, quando incontra una sua amichetta, quando c’è il suo piatto preferito a tavola, quando decidiamo di andare al parco, quando da lontano io la saluto facendo l’occhiolino, quando si mette gli abiti che non sono i suoi, quando esce d’improvviso da dietro la porta per farci spaventare, quando è orgogliosa di qualcosa che ha fatto.

Il sorriso di mia figlia non lo do mai per scontato. Lo dico anche a lei, ogni tanto, quando gli echi del mondo esterno mi risuonano nella testa. E mi scappa anche detto che “siamo fortunati”. Perché tanti bambini non conoscono un sorriso così. Ma lei non capisce quello che intendo dire.

Per lei la sua vita è la normalità ed il resto le sembra lontanissimo. Così pensa che stia scherzando, che stia inventando o le stia raccontando una delle tante storie scritte nei libri che leggiamo. E le scappa uno di suoi sorrisi.

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