Come spiegare la morte a un bambino

Può capitare che un bambino, malgrado la propria età, sia chiamato a confrontarsi con il concetto di morte. Ma come è possibile spiegare a un cucciolo di uomo qualcosa che neppure la saggezza dell’età adulta riesce a chiarire fino in fondo? Sicuramente si tratta della conversazione più difficile che un genitore possa avere con il proprio figlio, ma non bisogna disperare. Andando alla ricerca delle giuste parole sarà possibile supportare il piccolo nell’elaborazione del lutto, consentendogli di superare il disorientamento e il senso di vuoto.

In via preliminare è opportuno fare una riflessione generale: la nostra società occidentale ha esorcizzato a tal punto la morte, da renderla una sorta di argomento tabù. Come scrive Pilippe Ariés “Essere morti è un anomalia impensabile, rispetto alla quale tutte le altre sono inoffensive. La morte è una delinquenza, una devianza incurabile”. Ne consegue che con i propri figli si tenda a non affrontare mai questa tematica, a meno che le circostanze della vita non lo rendano inevitabile.

Non dire bugie al bambino

La prima regola da seguire è quella di non mentire al bambino. Se un parente o un caro amico sono morti, non bisogna raccontargli che si sono trasferiti altrove, ma piuttosto è opportuno dirgli, nel modo più delicato possibile, la verità.

Naturalmente la verità sulla morte è strettamente connessa alle credenze religiose della famiglia: qualora si viva in un contesto cattolico, ad esempio, sarà possibile raccontare al bambino che la persona defunta si è trasformata in un angelo, in grado di fornirgli dal cielo la sua protezione. Nel caso in cui si sia atei è opportuno, invece, fargli capire che una persona, pur non essendoci più, continuerà a vivere nei ricordi e nel cuore di chi resta.

Non essere evasivi

Se il bambino pone delle domande specifiche, è necessario non rispondere in maniera evasiva, ma soddisfare ogni sua curiosità.

Quanto più piccolo è il bambino tanto più concrete e tangibili devono essere le risposte fornite, mentre il ricorso a tecniche linguistiche di simbolizzazione va riservato solo ai più grandicelli.

Leggergli una storia in cui possa identificarsi

Leggergli un libro che affronti il tema della morte in maniera delicata, consentirà al piccolo di empatizzare con il protagonista della storia, avendo in tal modo la possibilità di “normalizzare” i propri sentimenti e le proprie emozioni.

Sapere di non essere il solo a dover affrontare una circostanza del tutto nuova e dolorosa, lo aiuterà senz’altro a sentirsi meno disorientato e più consapevole. 

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