Theybies: i bambini senza genere

Si chiamano “theybies”, ovvero bambini di cui non si dichiara il sesso, secondo una pratica piuttosto complicata e che viene portata avanti, anche con una marcata convinzione, da alcuni genitori americani.

Nascondere il sesso dei figli permetterebbe una crescita svincolata da pregiudizi, senza costrizioni e stereotipi sociali. I bambini senza genere sono normodotati sotto il profilo sessuale ma l’obiettivo dei genitori è proprio quello di non esternarne in alcun modo il sesso, così da combattere la mentalità retrograda legata alla differenza fra uomo e donna.

Neonati senza genere: le regole da seguire

Tutto è iniziato in Canada, quando i genitori di un neonato, per una distrazione burocratica, non avevano ottenuto alcuna tessera sanitaria da cui evincere il sesso del loro bambino.

Da quel momento per quei genitori è iniziata l’idea di crescere il loro bambino senza dichiararne il sesso ad amici e parenti. Tutto questo ha richiesto molta attenzione da parte dei genitori e da tutti coloro che hanno intrapreso la scelta di educare un bambino senza genere.

Si dovrà stare attenti, ad esempio, a rivolgersi al neonato con nomi neutri (dunque definiti dal pronome neutro they/them), evitare che i nonni li aiutino a fare il bagnetto ed utilizzare colori per il vestiario e tagli di capelli che possano andare bene per ambosessi.

Neonati senza genere: quali conseguenze?

A detta dei genitori dei neonati theybies il non rivelare il sesso influirebbe positivamente sulla crescita ed il bambino non sarebbe legato ad alcuna costrizione, ma sarebbe educato secondo regole del tutto neutre.

Sempre secondo i sostenitori di tale pratica, i bambini senza genere sono protagonisti di una nuova emancipazione che punta a condizioni di sviluppo più eque, svincolate dai fattori che attengono all’identità sessuale. I bambini senza genere sono normalissimi e dotati di una loro identità sessuale che, tuttavia, si decide volutamente di non rivelare, con lo scopo di non alimentare le radicate convenzioni sociali basate sulle differenze fra i sessi

Non rimane che constatare quale conseguenze possano derivare da questa nuova tendenza e se savvero possa contribuire ad eliminare i preconcetti, o se invece possa avere conseguenze negative sullo sviluppo dei piccoli, che al momento sembrano a tutti gli effetti delle vere e proprie “cavie”.

Il video della settimana

16 commenti

Rispondi a Michela MagliCancella risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  1. Ma perchè vedere in maniera negativa la differenza che c’è tra femmina e maschio? È invece una cosa bellissima! Entrambi hanno caratteristiche uniche e interessanti! Un’altra cosa è invece la discriminazione o le ingiustizie sessiste che per quanto mi riguarda,non approvo e reputo datate! Se combatterli è veramente lo scopo di questa iniziativa mah..penso che non serve, anzi! Potrebbe fare più danni che altro. Anche se prendo sempre con le pinze certe notizie, perchè il mondo cattolico si è accanito duramente contro la teoria gender, spesso inasprendo ed estremizzando certe situazioni, giusto per mettere in cattiva luce gli omosessuali.

  2. Dall’articolo però non ho capito bene se poi crescendo il bimbo dimostra da per sé il volere identificarsi in uno dei due sessi se poi i genitori lo assecondano o se continuano imperterriti a non volerlo “classificare” sessualmente. Poi perché tenere nascosto il sesso della nascita? Per chi? Alla fine così piccoli non penso si facciano certi problemi. Se sono sani e felici basta già così per me. Mah.

  3. Che cavolata assurda! Il genere ci identifica fin dal nostro concepimento e non si può nascondere o peggio ancora rinnegare per una fantomatica liberta’! Orrendo tentativo di renderci tutti uguali e tutti vuoti di identità 😖