4 miti da sfatare sulla prima uscita con il neonato

Durante la gravidanza, abbiamo immaginato di continuo l’arrivo del nostro piccolo. Ci siamo viste portarlo a passeggio nell’elegante trio appena acquistato, mentre ci godevamo la ritrovata forma fisica. Ed ecco, finalmente lui/lei è lì, tra le nostre braccia.Ora non resta che goderci un po’ di sano movimento fisico, in compagnia del nostro piccolo amore! Ma è proprio tutto così come l’avevamo sognato?

Mi sa di no…e allora vi racconto 4 cose sulla prima uscita con il neonato che nessuno vi ha mai detto!

1. Come avrebbe dovuto essere: il Trio si è rivelato davvero un ottimo acquisto! Pratico, veloce da aprire e chiudere, con due mosse lo carichiamo nel portabagagli. È davvero leggero! Possiamo arrivare subito ai giardinetti o dove fare la passeggiata.

Com’è: questo maledetto Trio ci è costato una barca di soldi e già lo odiamo. Per aprirlo e chiuderlo serve una laurea con specializzazione, va smontato in venti pezzi che poi lo dobbiamo riassemblare in mezzo alla strada. Nel portabagagli non ci sta: anche perché noi non ce l’abbiamo un portabagagli nella macchina. E a che serviva, quando eravamo da sole? Dobbiamo quindi legarlo davanti come fosse un passeggero, oppure occupare tutto il retro. Che poi non c’entra il figlio. Alla fine quel chilometro dai giardinetti lo facciamo a piedi.

2. Come avrebbe dovuto essere: il piccolino ha mangiato, è cambiato, pulito e dorme come un angelo. Lo carichiamo in macchina o partiamo a piedi, verso una rilassante passeggiata.

Com’è: lo abbiamo appena sfamato, cambiato, non ha dolori, non gli manca niente eppure urla come una sirena. Non appena lo adagiamo sulla navetta raddoppia gli strilli. Lo solleviamo e smette. Lo appoggiamo e ricomincia. Quando piange un po’ meno riusciamo a caricarlo in macchina. Attimo di silenzio: il pannolino è di nuovo pieno. Ritorniamo al via e ricominciamo da capo.

3. Come avrebbe dovuto essere: a qualche settimana dal parto abbiamo praticamente riconquistato la forma fisica, a parte un po’ di pancetta (fisiologica) e due taglie di reggiseno in più. Camminando ci specchiamo nelle vetrine con un certo orgoglio.

Com’è: la forma fisica pre gravidanza è ancora un miraggio. Abbiamo l’armadio pieno di abiti che ovviamente non ci stanno e l’unica soluzione e mettere le stesse cose dell’ultimo mese di gravidanza. Quando passiamo davanti ad una vetrina che ci riflette, acceleriamo il passo.

4. Come avrebbe dovuto essere: ai giardinetti incontriamo qualche conoscente. Ci fanno i complimenti, ci dicono che il bambino è bellissimo ed è il nostro ritratto, e che noi siamo raggianti. Ci sentiamo la regina del mondo.

Com’è: dopo aver faticosamente raggiunto la meta, facciamo la famosa passeggiata e ci sistemiamo su una panchina. I conoscenti ci dicono, nell’ordine: che bel maschietto! (ed è una femmina, vestita di rosa, in un passeggino fucsia), dai non preoccuparti, quando crescono diventano più belli, ehi, è proprio il ritratto di tua suocera!! I più distratti, che non notano il passeggino, ci chiedono a quando il lieto evento. Ci sentiamo come la Marini spiaggiata a terra a Notti sul ghiaccio.

Ma forse voi siete state più fortunate…Com’è stata la vostra prima uscita con il pargolo?

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12 commenti

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  1. Quella del tornare a cambiarli è un classico!!! Per quanto riguarda il passeggino, dopo 3 figli non ho ancora imparato a chiuderlo! (ma esco a piedi, passeggino aperto ;-)