Il neonato ci parla attraverso il suo pianto: come capirlo?

Senza l’utilizzo della parola, l’unico modo che il neonato ha per comunicare e chiedere qualcosa ai genitori è il pianto. Attraverso questa manifestazione fisica, infatti, il piccolo è in grado di segnalare nel modo più breve possibile una richiesta o un disagio che sta vivendo.

Secondo alcuni studi, il piangere non è un modo come un altro per passare il tempo, ma rappresenta per il neonato una complessa struttura di segnalazione, un richiamo non generico finalizzato a soddisfare un bisogno momentaneo.

Ed è seguendo questa teoria che ci si è accorti che nonostante i pianti sembrino essere uguali tra loro, nella realtà variano nel timbro, nell’acuto o nella modulazione a seconda del tipo di richiesta. I risultati dello studio hanno decretato che il neonato può esprimersi in 7 maniere, utilizzando 7 diversi tipi di pianto del neonato.

I 7 tipi di pianto del neonato 

La manifestazione più diffusa è per segnalare la fame: in questo caso si concretizza con grida forti e potenti che non si placano fino a quando il piccolo non entra in contatto con il latte.

C’è poi il pianto legato ai bisogni fisiologici: con il pannolino bagnato e sporco, il piccolo piange con un sorta di lamento per segnalare un disagio.

La terza ragione per cui un bimbo piange è il senso dell’abbandono e della paura: in questo caso le manifestazioni sono molto forti ed intense, soprattutto durante la notte o nel risveglio dalle nanne quotidiane.

C’è anche il “pianto del troppo”: troppo rumore, troppo caldo o freddo, troppa luce e così via. In questo caso è necessario ridurre i livelli di stimoli esterni per tornare ad una situazione di tranquillità.

Il quinto modo di esprimersi con il pianto riguarda la difficoltà di prendere sonno: quando il bambino è stanco ma non riesce ad addormentarsi, spesso inizia con un pianto lamentoso, accompagnato dallo sfregamento degli occhietti.

C’è quindi il pianto che riguarda la volontà di essere preso in braccio o spostato di luogo. In questo caso il piagnucolio viene intervallato da un piccolo periodo di pausa, per capire se il genitore ha compreso la richiesta.

Infine, piuttosto particolare, è il pianto dei cattivi odori: profumi, fumo, ambienti con aria particolarmente acre possono infastidire il neonato, che si farà capire con un guaito accompagnato da movimenti di allontanamento dell’odore stesso. 

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13 commenti

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  1. 2 ne ho avute e di pianti quando erano neonate ho sempre capito ben poco… sono andata ad orari se aveva mangiato non poteva esser fame se aveva dormito non poteva essere sonno.devo dire che questa logica non sempre funzionava :) comunque ora a 9 mesi il capriccio lo riconosco benissimo