Contro il junk food: “Tuo figlio mangia ciò che mangi tu”

Il junk food, ovvero il cibo spazzatura, che la genitrice assume durante la fase di allattamento può essere deleterio per il bambino. A lanciare l’allarme è la Pediatric Society of Rio Grande che ha finanziato in Brasile una campagna di sensibilizzazione nei confronti delle neomamme, messa a punto dall’agenzia pubblicitaria Paim. Il claim utilizzato dalla campagna contro il junk-food è davvero suggestivo: “Tuo figlio mangia ciò che mangi tu”.

Le immagini della campagna brasiliana contro il junk food sono piuttosto eloquenti (si pensi, ad esempio, all’immagine della donna che, in luogo del seno, ha un enorme panino imbottito da cui il suo piccolo, ahinoi, allatta) e anche lo slogan non lascia dubbi sul messaggio che si intende promuovere: “Tuo figlio mangia ciò che mangi tu”. In effetti un regime alimentare disordinato, povero di sostanze nutritive e ricco di cibi grassi e potenzialmente pericolosi, possono mettere a rischio la salute del neonato. Accudire e prendersi cura del proprio bambino significa innanzitutto seguire una dieta sana e genuina, in modo tale da non causargli problemi durante la fase di allattamento (infezioni, intossicazioni, ecc.) e da non porre le basi per eventuali patologie future. Naturalmente la mamma deve cominciare a regolarizzare la propria alimentazione sin dal momento in cui scopre di essere incinta, evitando tutti gli alimenti che possono essere assimilati alla categoria del junk food, non esclusi gli alcolici e le bibite gassate.

Come nutrirsi durante la gravidanza e l’allattamento?

Senza necessariamente sottoporsi a regimi restrittivi è possibile assumere tutti gli alimenti che caratterizzano la cosiddetta dieta mediterranea, giacché è ricca di verdure, frutta, proteine e carboidrati, elementi essenziali per la salute del bambino, prima ancora che venga al mondo. Secondo la campagna brasiliana un’alimentazione corretta è assolutamente essenziale, soprattutto nei primi 1000 giorni di vita del bambino, al fine di prevenire lo sviluppo di serie patologie.

Il video della settimana

3 commenti

Rispondi a MatteoeSimona FuscoCancella risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *