Liti tra genitori in campo: il paradosso del figlio campione, genitore appagato

Nel panorama dello sport giovanile, una rissa tra genitori in Spagna ha trasformato un’innocente partita di calcio in un vero e proprio campo di battaglia, sotto gli occhi impauriti dei bambini.

L’episodio ha messo in luce una problematica allarmante e diffusa: molti genitori sembrano infatti aspirare a rendere i propri figli dei veri e propri campioni per raggiungere una sorta di soddisfazione personale: si tratta di un aspetto molto frequente in tantissime famiglie.

Questa ennesima e assurda rissa non fa che confermarlo e serve come un crudo promemoria del ruolo che i genitori dovrebbero svolgere nello sport: quello di supporto, incoraggiamento e modello positivo.

Rissa tra genitori in Spagna a una partita tra bambini di 8 anni

Durante una tranquilla partita di calcio giovanile per bambini di 8 anni, un episodio di violenza ha scosso il Complesso Sportivo Municipale dell’Olímpia di Sabadell, in Spagna. Un confronto inizialmente verbale tra i genitori degli atleti è degenerato rapidamente, trasformando un evento sportivo in una scena di caos e aggressione. L’alterco è scaturito da proteste vibranti di un padre verso l’arbitro, evolvendo presto in scambi di insulti, “vaffa reciproci”, spintoni e pugni tra i presenti, inclusi padri, madri, e amici della famiglia.

La rissa ha attirato l’attenzione non solo dei partecipanti ma ha anche interrotto la partita, lasciando i giovani giocatori in uno stato di paura e shock emotivo. Gli adulti, che avrebbero dovuto essere figure di supporto e sicurezza, si sono invece trasformati in protagonisti di una gazzarra per futili motivi.

Le immagini dell’evento, catturate dalle telecamere della tribuna, mostrano dettagliatamente la rapidità con cui la situazione è sfuggita di mano, culminando in una furiosa rissa che ha costretto alla fuga per evitare ulteriori incidenti.

Le squadre coinvolte, l’Efb Ripollet e il CE Sabadell, facenti parte della categoria Prebenjamines S8 B, hanno pubblicamente preso le distanze dagli eventi, esprimendo rammarico e condanna attraverso comunicati sui social media. Hanno annunciato l’avvio di indagini interne per fare chiarezza sui fatti, determinare i responsabili e prendere provvedimenti severi.

Entrambi i club hanno sottolineato l’incompatibilità di tali comportamenti con i valori sportivi, impegnandosi a combattere la violenza e a ripristinare un ambiente sicuro e positivo per i giovani atleti.

Figli campioni: l’importanza del ruolo dei genitori

Questo incidente riflette una problematica più ampia che affligge il mondo dello sport giovanile, evidenziando la necessità urgente di rivedere il comportamento degli adulti in contesti sportivi, per garantire che gli eventi sportivi rimangano spazi sicuri e incoraggianti per i bambini.

Sono numerosi i genitori che adottano un atteggiamento poco costruttivo nei confronti dei propri figli ricercando a tutti i costi quei traguardi che loro non sono riusciti a raggiungere.

Tutto questo può sfociare in molta tensione e ansia da prestazione per i più piccoli. Il ruolo di un genitore è innanzitutto quello di insegnare ai figli sportivi quali sono i comportamenti giusti da adottare durante una pratica sportiva e questo vale anche nella vita di tutti i giorni.

Per far sì che queste discipline vengano apprese occorre iniziare proprio dalla base, ovvero dal nucleo familiare e dall’ambiente che circonda i ragazzi.

Se il figlio dimostra di voler agire in totale autonomia anche se sta commettendo uno sbaglio, molti genitori tendono a non lasciarlo fare e questo porterà a sviluppare una sorta di dipendenza dal genitore, allontanando così il senso di autonomia. Oppure nel caso in cui un genitore si mostra particolarmente ansioso ed apprensivo, il bambino avrà difficoltà e blocchi a svolgere le attività motorie.

Come gestire le piccole sconfitte di un figlio campione

Un altro atteggiamento comune dei genitori è quello di fare un dramma dinanzi le piccole sconfitte o i traguardi non raggiunti del proprio figlio trasmettendo così un insegnamento errato, ossia che è solo la vincita ciò che conta davvero.

A quel punto non bisognerà meravigliarsi se il piccolo non apprenderà il senso della fatica e dell’impegno. La maggior parte dei genitori che incitano i figli alla vincita lo fanno per soddisfare i propri bisogni con l’obiettivo di ottenere una sorta di gratificazione personale utile al proprio ego.

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In questo modo si riescono a mettere da parte una serie di frustrazioni e insuccessi. Per questo motivo è importante far scegliere sempre ai ragazzi i loro hobby e le loro passioni, e condividere insieme tutte le esperienze positive e negative.

Papà, mamme, siate sportivi anche voi

Quante volte abbiamo sentito di genitori esagitati a bordo campo con comportamenti poco sportivi : insultare l’arbitro o un altro giocatore, perché loro sono lì per fare il tifo? Non c’è nulla di male a fare il tifo per il proprio figlio, ma c’è un limite. Infatti in passato è già capitato che l’arbitro dovesse interrompere la partita per comportamenti antisportivi dei genitori.

Per ricordare a tutti i genitori di non superare questo limite, una squadra di calcio francese ha esibito questo cartello a bordo campo :

Il cartello recita:

PAPÀ
non dimenticarti che…

Sono solo un bambino
È solo uno sport
Sono qui per divertirmi
Questi sono i nostri amici
Questa è la “mia” partita
L’arbitro è un essere umano
Questa non è la coppa del mondo

Ti voglio bene papà

(e comunque la mamma te l’aveva già detto…)

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