Sport: il paradosso figlio campione, genitore appagato

Molti genitori aspirano a rendere i propri figli dei veri e propri campioni per raggiungere una sorta di soddisfazione personale: si tratta di un aspetto molto diffuso in tantissime famiglie.

Figli campioni: l’importanza del ruolo dei genitori

Sono numerosi i genitori che adottano un atteggiamento poco costruttivo nei confronti dei propri figli ricercando a tutti i costi quei traguardi che loro non sono riusciti a raggiungere.

Tutto questo può sfociare in molta tensione e ansia da prestazione per i più piccoli. Il ruolo di un genitore è innanzitutto quello di insegnare ai figli sportivi quali sono i comportamenti giusti da adottare durante una pratica sportiva e questo vale anche nella vita di tutti i giorni.

Per far sì che queste discipline vengano apprese occorre iniziare proprio dalla base, ovvero dal nucleo familiare e dall’ambiente che circonda i ragazzi.

Se il figlio dimostra di voler agire in totale autonomia anche se sta commettendo uno sbaglio, molti genitori tendono a non lasciarlo fare e questo porterà a sviluppare una sorta di dipendenza dal genitore, allontanando così il senso di autonomia. Oppure nel caso in cui un genitore si mostra particolarmente ansioso ed apprensivo, il bambino avrà difficoltà e blocchi a svolgere le attività motorie.

Come gestire le piccole sconfitte di un figlio campione

Un altro atteggiamento comune dei genitori è quello di fare un dramma dinanzi le piccole sconfitte o i traguardi non raggiunti del proprio figlio trasmettendo così un insegnamento errato, ossia che è solo la vincita ciò che conta davvero.

A quel punto non bisognerà meravigliarsi se il piccolo non apprenderà il senso della fatica e dell’impegno. La maggior parte dei genitori che incitano i figli alla vincita lo fanno per soddisfare i propri bisogni con l’obiettivo di ottenere una sorta di gratificazione personale utile al proprio ego.

In questo modo si riescono a mettere da parte una serie di frustrazioni e insuccessi. Per questo motivo è importante far scegliere sempre ai ragazzi i loro hobby e le loro passioni, e condividere insieme tutte le esperienze positive e negative.

Papà, mamme, siate sportivi anche voi

Quante volte abbiamo sentito di genitori esagitati a bordo campo con comportamenti poco sportivi : insultare l’arbitro o un altro giocatore, perché loro sono lì per fare il tifo? Non c’è nulla di male a fare il tifo per il proprio figlio, ma c’è un limite. Infatti in passato è già capitato che l’arbitro dovesse interrompere la partita per comportamenti antisportivi dei genitori.

Per ricordare a tutti i genitori di non superare questo limite, una squadra di calcio francese ha esibito questo cartello a bordo campo :

Il cartello recita:

PAPÀ
non dimenticarti che…

Sono solo un bambino
È solo uno sport
Sono qui per divertirmi
Questi sono i nostri amici
Questa è la “mia” partita
L’arbitro è un essere umano
Questa non è la coppa del mondo

Ti voglio bene papà

(e comunque la mamma te l’aveva già detto…)

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