Minori e social: 1 bambino su 4 ha inviato immagini intime con lo smartphone

Sono preoccupanti i dati diffusi dall’Associazione Dipendenze Tecnologiche sull’uso (errato) che i bambini fanno del proprio cellulare. Secondo l’associazione, quasi il 40% degli utenti avrebbe partecipato ad una ‘challenge’, quelle assurde sfide lanciate via smartphone, mentre il 25% avrebbe inviato foto e video intimi. Il tutto, in una fascia d’età che non supera i 13 anni.

Si abbassa l’età per l’utilizzo degli smartphone

La domanda è necessaria, dato che secondo le stime l’età media di un bambino che prende in mano uno smartphone attivamente per la prima volta si attesta sugli 8 anni. Bene o male? Come sempre dipende: dipende dalla maturità del bambino, dall’uso che fa di quel mezzo, e da quanto la famiglia è in grado di monitorarlo.

Basti pensare che il 43,1% di bambini tra gli 11 e i 13 anni ha ricevuto foto o video intimi via chat. Questo la dice lunga sul fatto che, se non adeguatamente guidati, i bambini non sono ancora pronti a quest’età a gestire, selezionare e controllare i contenuti web.

Un’educazione e una guida che non deve riguardare solo l’utilizzo dei social network ma anche argomenti legati alla sfera sessuale e alla condivisione della propria intimità (rischi connessi).

Il parere dell’esperto: ci vogliono regole e comunicazione

Negare un cellulare ad un bambino rappresenterebbe teoricamente il mezzo più sicuro per tutelarlo. Nei fatti però così non è. Innanzitutto il bambino avrebbe a disposizione il cellulare dei suoi amichetti, e in secondo luogo si sentirebbe emarginato, con il risultato di voler ancora di più uno smartphone e di mitizzare questo oggetto. Piuttosto ci vogliono regole chiare, anche perché l’età media si abbassa sempre più.
Ne è convinto Giuseppe Lavenia, psicoterapeuta esperto di cyberbullismo. Sarebbe anacronistico vietare il cellulare, ma si potrebbe sempre insegnare ai bambini come usarlo nel modo corretto, spiegando cosa si può fare e cosa sarebbe meglio evitare. Ad esempio si può impostare una password conosciuta ai genitori, che potranno monitorare attività sospette. In secondo luogo si possono dare ai ragazzini dei limiti: mai postare foto e video personali, spegnerlo ad una certa ora e non usarlo a scuola.

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