Roghi in Australia: bimbo di 18 mesi decorato al funerale del papà pompiere

Le immagini dei roghi che stanno devastano l’Australia ormai da mesi stanno straziando il mondo. Si tratta di una tragedia incalcolabile per l’ambiente e per le migliaia di specie animali che popolano quelle zone, ma anche e soprattutto per tutte le persone che abitano nelle aree devastate dagli incendi.

La storia del piccolo Harvey e il suo papà eroe

Harvey è un bambino come tanti, suo padre Geoffrey Keaton è un pompiere e sicuramente per lui era un eroe. Ed infatti siamo di fronte ad una storia di puro eroismo, dove un uomo di soli 32 anni ha lottato sino alla fine contro le fiamme ed è morto nel tentativo di salvare la sua nazione e dare un futuro alla sua famiglia.

Il piccolo, di appena 18 mesi, forse non è pienamente consapevole di cosa sia accaduto al suo papà ma durante i funerali, il comandante dei Vigili del Fuoco di Sidney ha voluto decorare questo bambino con una medaglia, per omaggiare il ricordo di suo padre, morto da eroe.

Con il ciuccio in bocca e lo sguardo un po’ perplesso, il piccolo ha così ricevuto l’onoreficenza appuntata sul suo petto e lo scatto che lo ritrae ha rapidamente fatto il giro del web, diventando un vero e proprio simbolo di una Nazione che continua tragicamente a bruciare.

La situazione in Australia

Geoffrey Keaton è morto il 19 dicembre scorso assieme al suo collega Andrew O’Dwyer (36 anni). I due uomini erano all’interno del camion dei pompieri a svolgere il proprio lavoro quando un albero completamente in fiamme è caduto sul mezzo travolgendolo completamente.

Mentre i due morivano divorati dal fuoco, lottando fino all’ultimo, Scotto Morrison, Primo Ministro australiano, era in vacanza con la famiglia nelle Isole Hawaii. Un tempismo terribile quello del politico, investito da critiche pesanti per aver lasciato il Paese a metà dicembre, in piena emergenza incendi. La morte dei due pompieri lo ha costretto a tornare in fretta, tanto da riuscire ad essere presente durante i funerali dei due pompieri, svolti il 2 gennaio.

Le cause dei roghi sono imputabili alla disorganizzazione dei soccorsi e al surriscaldamento globale. Come sempre, però, ne fanno le spese persone comuni e ambiente.

Keaton e O’Dwyer, infatti, sono soltanto due delle 24 vittime del fuoco. Per quanto riguarda, invece, i danni ambientali siamo di fronte ad uno scenario catastrofico con oltre cinque milioni e mezzo di ettari letteralmente andati in fumo ed oltre mezzo miliardo di animali morti, tra cui numerosi koala, già sull’orlo dell’estinzione.

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