A tavola senza stress: il cibo dal punto di vista dei bambini

Come ogni mamma sono sempre stata preoccupata dell’alimentazione di mia figlia. Ho una bambina magra e le pressioni di chi mi circonda sono decisamente troppe. “Ma la fai mangiare?” “Ma sei certa che quello che mangia le basti?” e così via. Domande che immagino tutte prima o poi abbiate subìto nella vostra vita genitoriale.

Così, presa dallo sconforto ho cominciato a cercare in rete e ho trovato questo libro: “I bambini e il cibo strategie pratiche per portare a termine con successo l’educazione alimentaredi Paola Medde.

Sbirciando l’indice vedo proprio quello che fa al caso mio: «Bambini che mangiano “poco”»e decido di acquistare il libro.

Il libro e la sua struttura

In realtà il libro è un volume di 138 pagine che si legge facilmente e con una certa scorrevolezza. Il linguaggio è semplice e non tecnico, rivolto proprio a un pubblico di non esperti. Il tono è molto comprensivo: l’autrice, psicologa e psicoterapeuta, sa che si sta rivolgendo a persone preoccupate e sembra quasi guidarle per mano lungo il percorso che si intraprende.

La Medde racconta di casi reali e di conversazioni avvenute nel suo studio, le stesse che avvengono ad ogni tavola al momento di un pasto in presenza di un bambino.

Il libro ha una struttura chiara e precisa e analizza l’alimentazione sotto molti punti di vista.

Tratta, con molta semplicità e con soluzioni davvero efficaci i “classici” problemi dell’alimentazione, nei quali rientra la stragrande casistica delle persone che si sono a lei rivolte:

  • Bambini che mangiano “troppo”
  • Bambini che mangiano “poco”
  • Bambini che mangiano “pochi” alimenti
  • Bambini che non mangiano frutta e verdura
  • Bambini che mangiano per fame emotiva

Le virgolette, per l’appunto, non sono casuali.

Alla fine di ogni paragrafo vengono elencati i punti salienti trattati nel testo, all’interno di un box intitolato “ricordare” e una guida per fare un’autoanalisi e capire come ci rapportiamo con l’alimentazione di nostro figlio in base al problema che ha intitolato “E ora tocca a voi”.

Infine, per essere più chiara, l’autrice inserisce come bonus una ricerca sul tema trattato dal capitolo. Molto utile per vedere le cose più chiaramente.

Le mie impressioni personali su “I bambini e il cibo”

Fin dalle prime pagine l’autrice ci tiene a specificare che in questo libro non si troveranno conteggi di calorie o consigli nutrizionali, ma consigli pratici che permettono di portare a termine, in maniera efficace l’educazione alimentare dei bambini senza creare conflitti tra genitori e figli e tra genitori e genitori. Sottolinea per l’appunto che non si rivolge solo alle mamme ma anche ai papà!

Non mi sono affatto pentita della scelta, anzi. Non solo l’ho trovato utile per quanto riguarda l’alimentazione della mia bambina, ma ne ho tratto giovamento anche per me. Prima di tutto nel capire che un conto è la nutrizione e un conto è l’educazione alimentare e poi per capire gli errori banali ma importanti che si compiono a tavola. Errori che finché qualcuno non ce li fa notare, difficilmente ci rendiamo conto di commettere.

Spiega l’autrice:

“Come educatori inconsapevoli potreste commettere errori perché non conoscete tutti i fattori che condizionano il comportamento alimentare. Pensando di essere nel giusto, potreste non tenere in considerazione una molteplicità di elementi come i fattori familiari, sociali e i fattori percettivi (vista e odore) che influenzano il rapporto col cibo”.

Ad esempio, nel libro incontriamo Francesco un bambino che, a causa di alcune abitudini della famiglia, tende a mangiare troppo e soprattutto mangia con gli occhi. Nel suo caso la soluzione è la dimensione del piatto e l’educazione ai suoi stimoli interni.

Poi c’è Valeria, una bambina che in apparenza, sembra mangiare troppo poco: in verità la bimba mangia per il suo fabbisogno perché i bambini sanno autoregolarsi e non occorre insistere, altrimenti si instaurerà in lei un pessimo rapporto col cibo.

Per ogni tipo di “problema” la Medde presenta dei casi reali di famiglie che si sono rivolte a lei. Ho ritrovato un po’ di me stessa in ognuno dei casi presentati.

Un commento a parte merita il capitolo sulla fame emotiva. L’autrice tratta il tema con molta delicatezza e competenza. La spiega fin nei dettagli e illumina i genitori su cosa scaturisce questa fame e come si possono educare i nostri ragazzi a non esserne vittime, ma a controllarla con abitudini salutari.

Il libro è consigliato a tutti, non solo a chi ritiene che il proprio figlio abbia dei problemi alimentari, perché si può trarre giovamento da tanti piccoli consigli e magari si nota qualche errore che si compie che avrà ripercussioni importanti nel rapporto col cibo nella vita futura dei nostri figli.

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