Il mio maestro ha un anno

Domenica mio figlio ha spento la sua prima candelina.

 

Punto primo.

Gioia immensa per essere ancora vivi, tutti e tre. Sì, in questo anno non ho avvelenato nessuno, né Nano, né Coinquilino e la cosa, già di per sé, mi rende profondamente orgogliosa soprattutto pensando al fatto che il punto di partenza era, appunto, una gestione della casa che ha sempre mirato esclusivamente alla sopravvivenza. Nessuna mira espansionistica nell’universo delle massaie, frigo perennemente vuoto e una pulizia della casa solo dopo festicciole casalinghe. Sì, il fatto che siamo tutti vivi, in una casa dicretamente pulita con un frigo senza eco direi che è un risultato ottimo.

 

Punto secondo. 

Mio figlio, un anno due giorni fa, mi ha insegnato una cosa. Mi ha insegnato che il mio giudizio non è insidacabile. Non sempre, almeno. Il mio giudizio arriva fin dove inizia quella parte più personale ed intima di ognuno. Posso tirar fuori il mio vissuto, applicarlo al soggetto che sto giudicando, pensare (e dire) io l’avrei o non l’avrei fatto, ma la verità è che ogni persona (e ogni mamma) ha una verità che è sua e solo sua. Non sempre si fa male perché si voleva far male. Non sempre quello che pensavi ieri sarà vero pure oggi se ci applichi il tuo nuovo carico di esperienze, il tuo vissuto. Sì, in questo la maternità mi ha addolcita. Tendo sempre agli estremi, ma ora provo (con alterni risultati, va detto) anche a valutare le sfumature che stanno nel mezzo.

 

Punto terzo.

Mio figlio, un anno due giorni fa, mi ha insegnato anche un altra cosa. Non è vero che i figli non ti cambiano la vita. La tua vita viene stravolta da un ciclone che, spesso, non è nemmeno così piacevole come ci hanno abituato a pensare. I figli sanno essere una gran rottura, un impegno immenso e per la vita. Sporcano, rompono, sono chiassosi, pretenziosi, dopo di loro niente sarà più come prima. Però c’è una cosa che i figli sanno fare e cioè riordinare le tue priorità. Decidere cosa conta e cosa (o chi) si può tagliar via senza arrecare un danno eccessivo alla tua vita. Cosa vale la pena di avere come obiettivo e cosa, invece, è una semplice perdita di tempo e di energie. E quello che so è che, di certo, in questa seconda categoria non rientrano le serate brave e salvifiche in compagnia delle tue amiche di sempre.

 

Ecco, questo mi ha insegnato mio figlio, un anno due giorni fa.

 

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