14 luglio 2025 –
La recente morte di un ragazzo di 17 anni, rimasto sepolto nella buca che aveva scavato sulla spiaggia di Montalto in provincia di Viterbo, riporta l’attenzione su un rischio spesso ignorato. Scavare buche nella sabbia può sembrare un passatempo innocente, ma in realtà si tratta di un’attività potenzialmente letale, anche per gli adulti.
Il rischio di soffocamento per collasso della sabbia è concreto e più frequente di quanto si immagini.
Intrappolamento da sabbia: un rischio reale
Il rischio effettivo ovviamente va calcolato in base alle dimensioni delle buche scavate e l’altezza del bambino o dell’adulto che le scava. Nel caso del ragazzo di 17 anni sepolto vivo, si trattava di una buca di circa un metro e mezzo (quindi molto profonda) e nella quale il ragazzo stava cercando di scavare un tunnel, accovacciandovisi dentro.
La sabbia, infatti, è un materiale aggregato molto instabile. Lo vediamo tutte le estati quando i nostri bambini giocano con la sabbia in spiaggia: specialmente se asciutta, la sabbia tende a non fermarsi e a collassare sotto il suo stesso peso al minimo tocco. A differenza della neve, come in caso di valanghe, la sabbia non permette la creazione di “sacche d’aria” e il suo peso può comprimere torace e addome fino a impedire la respirazione.
Secondo Stephen Leatherman, esperto di scienza costiera presso la Florida International University, il pericolo più immediato è il crollo improvviso delle pareti della buca, una dinamica che prende il nome di sand entrapment (intrappolamento da sabbia). Quando la sabbia asciutta cede, può riempire in pochi istanti lo spazio scavato, seppellendo chi si trova all’interno e impedendo il passaggio dell’aria.
Perché non si riesce a scappare in tempo
Il tempo gioca un ruolo fondamentale. Quando una buca profonda crolla, accade tutto in pochi secondi. Le persone intrappolate non hanno modo di reagire e, anche se i soccorritori sono nelle vicinanze, il salvataggio è estremamente complesso. La sabbia continua a franare mentre si cerca di scavare, rendendo difficile liberare la vittima in tempo utile.
Secondo gli esperti, chi rimane sepolto ha una possibilità di sopravvivenza molto piccola: dai tre ai cinque minuti. In quel lasso di tempo, bisogna agire con precisione, velocità e strumenti adeguati, cosa molto rara in contesti da spiaggia.
Non solo bambini: un rischio per tutti
Non si tratta di un pericolo limitato ai più piccoli. Le cronache raccontano di casi simili accaduti anche ad adolescenti e adulti. Il rischio non sta nel giocare, ma nel sottovalutare le leggi della fisica. Una buca che supera la profondità delle ginocchia può già essere potenzialmente fatale in caso di crollo.
LEGGI ANCHE: No a secchiello e retino in spiaggia: l’appello dell’ENPA per proteggere gli animali marini
Le grandi buche poi lasciate scoperte in spiaggia possono anche creare problemi agli altri, poiché rendono il terreno instabile e sconnesso, un pericolo soprattutto per anziani e bambini molto piccoli. Quindi dovrebbero almeno essere ben chiuse prima di lasciare la spiaggia.
Consigli per una spiaggia più sicura
Ecco alcune semplici regole per godersi il mare senza rischi:
- Evita di scavare buche profonde: limitiamoci a castelli o piccole buche superficiali, non oltre il polpaccio e evitiamo di scavare cavità strette o verticali.
- Non entrare mai in buche già scavate, specialmente se la sabbia è asciutta.
- Segnala eventuali buche lasciate aperte a chi gestisce la spiaggia o riempile prima di andartene.
- Educare bambini e ragazzi sui rischi connessi a questa pratica, mostrando quanto può essere pericolosa.
- In caso di emergenza, chiama subito il 112 e non tentare il recupero da solo: agisci con cautela per evitare ulteriori crolli.
La spiaggia è un luogo di divertimento, ma anche di rispetto delle regole della natura. Scavare buche può sembrare un gioco innocuo, ma i dati e le testimonianze scientifiche dimostrano che si tratta di un’attività da affrontare con consapevolezza. Diffondere la conoscenza di questi rischi è il primo passo per prevenire nuove tragedie.




