25 novembre 2025 –
Trallallero Trallalà, Tung Tung Tung Sahur, Ballerina Cappuccina, Bombardiro Croccodilo…
Se questi nomi vi sono arrivati alle orecchie nelle ultime settimane, siete ufficialmente entrati nel mondo degli Italian Brainrot, il fenomeno virale che sta spopolando tra ragazzi e bambini nei primi mesi del 2025.
Si tratta di personaggi assurdi, coloratissimi e solitamente generati con l’intelligenza artificiale, protagonisti di video brevi, musichette ripetitive, scene nonsense e storie senza logica apparente. Nati come parodia del “marciume dei social”, hanno conquistato in poco tempo l’immaginario dei più piccoli, tanto da trasformarsi in figurine, pupazzetti, t-shirt e persino giochi di carte.
Un trend curioso, divertente… ma che pone alcune domande ai genitori.
Che cosa sono davvero gli Italian Brainrot?
Il termine brain rot (“marciume cerebrale”) è stato scelto come parola dell’anno nel 2024 per indicare l’effetto del sovraccarico sensoriale tipico dei social: una continua esposizione a contenuti brevi, veloci e spesso privi di valore informativo.
Gli Italian Brainrots rappresentano la versione italiana di questo fenomeno:
- sono generati in parte con l’AI
- mescolano estetica kitsch, ironia e nonsense
- vengono diffusi attraverso video brevissimi
- puntano più alla gratificazione immediata che al contenuto.
Il loro successo non sorprende: rientrano perfettamente nella logica degli algoritmi, progettati per catturare l’attenzione e trattenere gli utenti sullo schermo il più a lungo possibile.
Perché affascinano così tanto i bambini
Rispetto al nonsense tipico dei libri per l’infanzia, quello dei Brainrots è diverso: non vuole essere compreso, ma solo intrattenere.
I bambini li trovano irresistibili perché:
- i video sono brevi e ritmati
- la musica è ripetitiva e avvincente
- le immagini sono ipercolorate
- non richiedono sforzo cognitivo
- attivano velocemente il circuito della ricompensa nel cervello.
Il risultato è un contenuto che “tira”, un po’ come le patatine: una tira l’altra.
Il problema non sono i Brainrots… ma la quantità
Guardare un video del genere ogni tanto non ha effetti negativi. Anche la generazione dei Millennials ha sperimentato questo tipo di contenuti (ad esempio con gli Skifidol, che attualmente è il marchio con la licenza per le carte dei Brainrots in Italia).
La preoccupazione nasce quando questi contenuti vengono consumati:
- in modo compulsivo
- per molte ore consecutive
- come unica forma di intrattenimento.
Lo scrolling continuo e la sovraesposizione a contenuti di bassa qualità possono provocare:
- riduzione della concentrazione
- difficoltà a gestire la noia
- irritabilità e agitazione
- calo della memoria a breve termine
- fatica nel regolare le emozioni
- peggioramento del sonno
- sensazione di “mente piena ma svuotata”.
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È ciò che molti chiamano brain rot: non una patologia, ma una condizione di affaticamento cognitivo sempre più comune tra bambini e ragazzi (ma non solo).
I segnali a cui un genitore dovrebbe prestare attenzione
Alcuni comportamenti possono far capire che i bambini stanno andando “in sovraccarico”:
- chiedono continuamente di guardare video brevi
- diventano agitati quando si propone una pausa
- faticano a concentrarsi nei compiti
- non trovano idee quando non hanno lo schermo davanti
- appaiono stanchi nonostante attività leggere
- preferiscono sempre contenuti veloci a giochi più complessi.
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Come gestire il fenomeno (senza demonizzarlo)
I Brainrots non vanno necessariamente vietati. Come per i videogiochi, la strada migliore infatti è accompagnare, non proibire. Ecco qualche suggerimento che possiamo dare ai genitori.
1. Guardateli insieme ai bambini
Trasformate un contenuto passivo in un dialogo. Ad esempio potete chiedete: “Cosa ti fa ridere di questo video?”, “Chi è il tuo personaggio preferito?”, “Secondo te cosa sta facendo?”
2. Stabilite regole chiare
Questo vale in generale per l’uso di smartphone e tablet, e cioè impostare dei limiti di tempo per l’uso degli schermi, e anche il quando e il come si possono usare (ad esempio non sono consentiti a tavola o prima di andare a dormire)
3. Create più spazi e momenti digital-free
Provate a creare sempre più momenti senza dispositivi (a casa, al ristorante e anche durante i viaggi in auto) ad esempio facendo qualche gioco di gruppo (anche semplice). Offrite alternative reali e piacevoli rinforza l’idea che non ci si annoia senza telefonino davanti e che c’è tutto un mondo da conoscere (e si può fare con laboratori creativi, passeggiate, libri e fumetti). Inoltre la varietà di stimoli, riduce la dipendenza dagli stimoli immediati.
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4. Insegnate a “vivere la noia”
Nella nostra vita ci saranno tanti momenti in cui ci annoieremo (quando saremo in coda alle poste, dal dottore, quando siamo bloccati in casa per il maltempo). È fondamentale dare ai nostri figli gli strumenti per vivere anche la noia. In questi momenti di attesa, si possono inventare giochi e passatempi, e imparare a gestire la frustrazione dell’attesa. All’inizio potrà sembrare difficile, ma col tempo diventerà una risorsa preziosa.
5. Abituate alla pausa attiva
Durante compiti, cartoni o giochi al tablet, inserite micro-pause per “staccare”. Possono essere uno spuntino, bere un bicchiere d’acqua, fare stretching, fare qualche coccola all’animale domestico
6. Scegliete contenuti di qualità
Per quanto riguarda l’intrattenimento, cercate di monitorare quello che guardano i bambini. Ogni tanto proponete voi contenuti più ricchi, che possono spaziare dai documentari brevi, dei cartoni o dei film con una trama, o anche attività digitali creative (disegno, coding ). Devono essere contenuti con un inizio, uno sviluppo e una fine aiutano la mente a “ricentrarsi”.
Dal digitale al reale: le carte Brainrot
Molti Brainrots sono diventati protagonisti anche di giochi di carte, sfide tra amici e collezionabili. Questo passaggio dal virtuale al fisico può essere positivo: favorisce socialità, strategia e gioco condiviso.
È comunque utile monitorare:
- quanto tempo il bambino dedica al gioco
- se diventa l’unico interesse
- se sostituisce altre attività quotidiane.




