Agopuntura in gravidanza: tutto quello che c’è da sapere

L’agopuntura è riconosciuta come una terapia dai grandi benefici. Vantaggi ed effetti positivi questa pratica li presenta non soltanto per normali pazienti ma anche per donne incinta.

Via libera dunque all’agopuntura in gravidanza, a patto però che ad eseguirla sia una figura medica professionista e preparata, che sappia con le competenze adeguate offrire i giusti benefici e i corretti vantaggi anche durante una fase appunto molto delicata quale la gravidanza.

Scopriamo quali benefici l’agopuntura può dare anche nei nove mesi precedenti al parto.

I benefici dell’agopuntura in gravidanza

Durante il periodo della gravidanza i due aspetti principali su cui l’agopuntura agisce, se eseguita in modo attento e puntuale da un medico esperto, sono l’attenuazione della sensazione di nausea che molto spesso accompagna le future mamme, e la correzione della posizione del bimbo in vista della fase del parto.

Vi sono poi anche altri aspetti su cui questa terapia dall’origine orientale influisce in modo più o meno evidente e forte.

Nausee della mamma e posizione del bimbo

Qualora una mamma ventura soffra in modo costante e decisamente invalidante di nausee prolungate il ricorso all’agopuntura può servire ad alleviare questa spiacevole sensazione.

In particolare il medico che condurrà l’intera operazione di agopuntura in questi casi potrà procedere con un’azione mirata in tre punti differenti.

La prima zona in cui l’agopuntore agirà è quella del polso, nella parte interna del braccio. Quest’area è particolarmente sensibile proprio in riferimento alla nausea, e anche per tale motivo è associata a quegli specifici braccialetti morbidi che facendo pressione in tale punto riducono la nausea.

Oltre a tale area l’agopuntura verrà rivolta anche ad altre due zone corporee a scelta dell’operatore ma connesse proprio con il polso.

Solitamente è necessario un po’ di tempo perché la terapia sortisca un concreto effetto, e nella maggior parte dei casi occorrono anche più sedute perché l’azione sia prolungata e vada realmente a ridurre l’intensità e la frequenza delle nausee.

L’altro aspetto su cui l’agopuntura sembra influire in modo importante è quello relativo alla posizione del feto.

Quando il bimbo si presenta podalico l’agopuntura definita moxa può determinare una rotazione del feto all’interno dell’utero.

La moxa è una tecnica che non prevede l’utilizzo di aghi ma che agisce tramite il calore. In questo caso gli aghi scaldati verranno appoggiati specificatamente sull’angolo esterno del mignolo del piede in un periodo compreso indicativamente tra la 34esima e la 36esima settimana di gravidanza.

Questa pratica può indurre il bimbo a girarsi in posizione corretta.

Gli altri vantaggi

Non soltanto posizione del feto e riduzione delle nausee, l’agopuntura offre riscontri positivi ad esempio in caso di lombosciatalgia.

Le future mamme hanno quasi sempre un dolore cronico e decisamente intenso alla schiena. Il peso gravante sulla colonna vertebrale determina infatti una sensazione di disturbo anche di notevole intensità.

L’agopuntura può rappresentare una valida soluzione mirante ad alleviare tale dolore dorsale. Solitamente viene eseguita tra il settimo e l’ottavo mese, con una specifica procedura che coinvolge punti periferici prestabiliti.

L’agopuntura può persino essere usata durante il travaglio. È stato dimostrato che si tratta di una pratica medica dall’effetto anestesiologico, capace dunque di ridurre la sensibilità dolorosa.

In linea generale è utile indicare che tale pratica medica offre un’aumentata possibilità di rilassamento, contribuendo così ad alleviare le difficoltà fisiche che una donna incinta prova quotidianamente.

Controindicazioni da agopuntura?

L’agopuntura è quindi una pratica certamente utile per diversi aspetti, e spesso portatrice di vantaggi anche di discreta portata.

Bisogna sottolineare che si tratta di una terapia personalizzata e solitamente costruita sulle esigenze e le necessità di ogni paziente.

Non sono previste specifiche controindicazioni, ma un’attenzione in fase iniziale di terapia è comunque necessaria da parte del medico. I rischi maggiori sono abbassamento della pressione, sudorazione aumentata e persino svenimento.

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