‘Birth in the wild’, il reality di cui si poteva fare a meno

Arriva dagli Stati Uniti, nemmeno a dirlo, l’ennesimo reality che fa scalpore e suscita polemiche, ma questa volta si è davvero esagerato.

Si chiama Birth in the wild e andrà in onda su Lifetime. Il reality avrà come protagoniste delle donne che partoriranno immerse nella natura selvaggia.

Tutto questo accade in un momento in cui si presta particolare importanza alle modalità della nascita, oggi troppo medicalizzata. La donna vuole riappropriarsi di un parto naturale, in armonia con sé stessa e con la natura, ma partorire da sole in mezzo al nulla, e per di più filmate da una telecamera che renderà pubblico un momento tanto intenso e intimo, è l’ennesima trovata del marketing televisivo.

In America la preoccupazione maggiore sembra essere solo quella del rischio che potrebbero correre le donne da sole che decidono di partecipare al programma. In realtà le preoccupazioni dovrebbero svilupparsi su diversi piani, tra cui quello della dissacrazione della nascita. Un momento tanto emblematico, forse il più importante della vita di una donna, che non dovrebbe essere mercificato e dato in pasto alla TV e a un pubblico che, per certi versi, potrebbe essere definito morboso. Non si sa ancora come si svilupperà la vicenda, se e quanti ascolti avrà il reality, pochi c’è da augurarsi.

Il programma prende spunto da un video che ha come protagonista il parto nella natura, video che spopola negli ultimi tempi e del quale si teme l’emulazione, ma che probabilmente era nato con ben altro intento rispetto al programma che ne ha tratto ispirazione.

Un vero schiaffo per chi si batte quotidianamente per i diritti delle partorienti, per chi cerca di avere un parto naturale dopo un taglio cesareo e per chi, pur volendo, non riesce ad evitare la medicalizzazione.

La mercificazione del corpo della donna sta toccando anche la sfera più delicata, quella più intima, la maternità.

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