Il cervello cambia dopo la maternità, eccome!

La maternità cambia per sempre una donna, questo è risaputo. E non stiamo parlando solo di un cambiamento fisico o nelle abitudini e nella routine quotidiana. Si tratta anche di un cambiamento fisiologico, che la coinvolge dal punto di vista fisico, o meglio neurologico. Il cervello della donna infatti, si modifica con la maternità 

Da mamma il cervello cambia: perché?

Pare che una volta diventata mamma, il cervello di una donna non sia più lo stesso. A sostenerlo è uno studio della British Columbia, coordinato da Lisa Galea, che porta alla luce risultati interessanti. Dopo la nascita del primo figlio, infatti, gli ormoni del cervello femminile cambiano per sempre.

Il motivo sarebbe da ricercare nel flusso di estrogeni che si verifica durante la gravidanza e che influenza lo sviluppo di aree fondamentali del sistema nervoso.

Gli ormoni femminili: quali sono?

In particolare sono due gli ormoni chiamati in causa nel mutamento della corteccia cerebrale. In primis, l’estradiolo che ha effetti benefici e poi l’estrone, presente nelle donne più anziane già in menopausa, che invece ha effetti negativi sul cervello, rallentando l’apprendimento intellettivo.

È proprio l’estrone, quindi, ad agire in maniera differente a seconda che si abbia avuto o meno una maternità.

Più in generale, gli ormoni legati alla vita fisiologica del corpo femminile sono tre. Durante l’età fertile della donna, si ha una maggiore concentrazione di estradiolo, che è legato all’energia e alla potenza d’azione. Durante la gravidanza prevale invece l’estriolo, estrogeno naturale prodotto dalla placenta. L’estrone, infine, entra in gioco dopo la menopausa, a causa del blocco della produzione ovarica di estradiolo.

Ma si cambia in meglio o in peggio?

Pare proprio che il cervello migliori! Sì, perché la maternità potenzia le facoltà mentali della donna, riuscendo a gestire più aspetti contemporaneamente senza perdere di vista le priorità. E i due ormoni estradiolo e estriolo aiutano a mantenere alta la soglia di attenzione e la quantità di energia necessaria a resistere alla fatica e alle incombenze della prima infanzia.  

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