ChatGPT trova la diagnosi per il disturbo di un bambino, dopo 3 anni e 17 visite a vuoto

Courtney, giovane mamma americana, scopre la patologia del figlio Alex grazie a ChatGPT. La diagnosi di sindrome del midollo ancorato infatti arriva con l’intelligenza artificiale dopo 17 visite specialistiche e 3 anni di sofferenze.

L’odissea di Alex e la diagnosi di sindrome del midollo ancorato

L’odissea di Alex inizia a 4 anni quando si manifestano dolori diffusi e problemi alla masticazione. Il pediatra intanto nota un arresto della crescita e consiglia esercizi di fisioterapia, mentre un neurologo fa una diagnosi di emicrania per mal di testa sempre più insistenti.

Trascorrono 3 anni in cui si susseguono visite specialiste e terapie che però non migliorano le condizioni di Alex. Courtney, la mamma, è esasperata dalla situazione perciò una sera inserisce tutti i dati delle cartelle cliniche del figlio nella piattaforma ChatGPT e aspetta una risposta dall’intelligenza artificiale.

È un gesto quasi disperato, ma ottiene un risultato: l’AI le restituisce una diagnosi, sindrome del midollo ancorato, o spina bifida occulta, una malformazione congenita del midollo spinale contenuto all’interno della colonna vertebrale.

La giovane mamma sente di essere sulla buona strada, così si iscrive ad un gruppo Facebook per genitori di bambini affetti dalla stessa patologia e chiede il nome di uno specialista in grado di aiutare suo figlio. La ChatGPT è infatti solo un’indicazione, Courtney è ora alla ricerca di un medico che si occupa di spina bifida.

Il piccolo Alex viene visitato solo qualche giorno dopo dalla dott.ssa Holly Gilmer, un neurochirurgo pediatrico del Michigan Head & Spine Institute che conferma la diagnosi e sottopone il bambino a un intervento chirurgico risolutivo che finalmente mette fine alle sue sofferenze.

La ChatGPT, uno strumento per la tutela della salute

La storia di Alex è solo un esempio delle funzionalità di ChatGPT, e stabilisce una nuova frontiera nel settore sanitario. Forse sarà un nuovo modo per semplificare la comunicazione al servizio del paziente e del medico che traghettano diagnosi e cura nel futuro.

L’intelligenza artificiale è già un supporto valido nella tutela della salute pubblica ma è ancora in fase di sviluppo: bisogna sicuramente specificare che nessuna intelligenza artificiale sostituisce il medico e non offre soluzioni fai da te. Ma in futuro potrebbe offrire un insieme di strumenti e funzioni che consentono agli specialisti di offrire soluzioni sempre più adeguate ai singoli casi.

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