Come aiutare i bambini Ucraini

Un disastro umanitario che colpisce soprattutto i bambini: soltanto così può essere descritta la guerra in Ucraina. Le immagini provenienti da Kiev e dintorni danno la dimensione di una tragedia di enormi proporzioni.

Da qui la volontà, da parte delle famiglie italiane – ma in realtà di tutto il mondo – di provare a dare una mano, di cercare nel proprio piccolo di alleviare le sofferenze di un popolo martoriato, che nel giro di poche ore ha dovuto rinunciare a tutto. Eppure nonostante l’impegno può spesso risultare complicato orientarsi tra mille iniziative e informazioni. La domanda è dunque la seguente: come possiamo aiutare i bambini ucraini?

Priorità ai corridoi umanitari

L’appello che viene rivolto dagli addetti ai lavori alle parti in causa, in questo caso la Russia e l’Ucraina, è quello di garantire al più presto dei corridoi umanitari in grado di favorire l’uscita dei civili dai territori di guerra, consentendo in particolare ai bambini, vittime innocenti di questo conflitto, di mettersi in salvo.

Sono tante le iniziative personali condotte in solitaria da coraggiosi che si sono messi alla guida della propria auto e hanno affrontato centinaia di km per portare in salvo le famiglie, quante più persone possibile.

Immagini come quella scattata scattata in Polonia dal fotoreporter Francesco Malavolta poi, dimostrano ancora una volta come dal dolore e dallo strazio delle notizie che arrivano dalla guerra in Ucraina possano nascere tante iniziative di solidarietà e partecipazione: tanti passeggini in fila, lasciati dalle mamme polacche alla stazione di Przemyśl per accogliere le mamme Ucraine in arrivo con i loro bambini.

Eppure, per quanto lodevoli, queste iniziative devono fare spazio ad altre più articolate, in grado di fornire una risposta maggiormente strutturata al bisogno del momento. Ecco perché viene richiesta a gran voce l’istituzione di una strada sicura che faccia da preludio all’accoglienza temporanea, forma di affido internazionale che tutela i minori in situazione di emergenza.

Le raccolte fondi

Ovviamente in questa fase risultano utilissime anche le raccolte fondi. Onlus Soleterre, ad esempio, ne ha avviato una per garantire le terapie necessarie a 15 bambini e pediatri attualmente ricoverati all’Istituto Nazionale del cancro a Kiev e bisognosi di cure.

Altrettanto importanti le raccolte fondi lanciate da UNHCR, l’agenzia ONU che si occupa di persone rifugiate e richiedenti asilo, ma anche di UNICEF e Save the Children, che stanno cercando di garantire beni primari come acqua potabile, coperte e cure sanitarie. La sensazione che siano soprattutto i bambini a scontare i danni maggiori di questa guerra è netta.

In tal senso risulta straziante l’appello lanciato dall’attrice ucraina Anna Safroncik, che tramite i suoi profili social si è rivolta a tutti i suoi followers per caldeggiare l’adozione di due bambini ucraini rimasti orfani: i loro genitori, infatti, sono stati uccisi nei bombardamenti.

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Una tragedia comune purtroppo a molti bambini. Poiché ad oggi l’affido internazionale non rappresenta una possibilità concreta diventa ancora più urgente l’istituzione di corridoi umanitari per garantire ai bambini un affido temporaneo sicuro. In questo senso chiunque può dichiararsi disponibile ad accogliere. La Regione Piemonte ad esempio si è già attivata per sensibilizzare le famiglie e ha annunciato la possibilità per i volontari di beneficiare di un voucher che si convertirà in buoni spesa per acquisti alimentari e non solo, una soluzione pensata per incentivare le famiglia ad ospitare i profughi che probabilmente sarà imitata da altre regioni.

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